Ricordo
lucidamente la notte in cui fui chiamato perché mio padre era in crisi
allucinatoria. La diagnosi, di lì a poco, fu di Alzhemeir. Luca Rando ha
scritto che Per aspera è un libro «senza padre». Ha ragione. È un libro “nel
nome della Madre”. Pochi giorni dopo la morte di papà (avvenuta nel 2007)
scrissi: «Mi ci vorrà una vita per perdonarlo, e non so se basterà». Questa
poesia, sgraziata, è uno dei pochi tentativi fatti per descrivere come lo
vedevo, lui così pugnace, negli ultimi tempi, quando oramai la malattia gli
lasciava pochissimi momenti di lucidità.
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