Chi sono. La mia storia
Mi chiamo Nicola Sguera. Ho quarantotto anni.
Insegno storia e filosofia al Liceo Giannone di Benevento. Considero il mio il
lavoro più bello del mondo.
Ho sempre ritenuto doveroso impegnarmi per la
mia città. L’attivismo civico è un dovere cui nessuno dovrebbe sottrarsi. È un
“servizio civile” a tempo. Disertare la scena politica significa abbandonarla
nelle mani di professionisti della politica che asserviscono la cosa pubblica
alle proprie ambizioni, come è accaduto a Benevento e rischia ancora di
accadere.
Ho contributo, sin dagli anni Novanta, a
promuovere iniziative, soprattutto in campo culturale, con varie associazioni,
molte della quali da me fondate. Non si dà una politica nuova senza una cultura
nuova. Benevento ha bisogno di una rivoluzione che sia nello stesso tempo
politica, antropologica e culturale.
Nel 2001 fui candidato sindaco di una lista
civica, “Città Aperta”. I valori cui si ispirava erano la tutela del territorio
e dell’ambiente, la giustizia sociale e la solidarietà.
La mia storia
politica. Perché il M5S
Sono stato un uomo di sinistra perché ho
sempre creduto in questi tre grandi ideali (anche se un autorevole giornalista
scrisse un pezzo dal titolo: Perché Sguera è di destra). Non rinnego quello slancio ideale. Ho aderito al M5S
perché ritengo tramontata la dialettica novecentesca di destra e sinistra,
entrambe eterodirette da grandi potentati economici, e perché il M5S è l’unico
soggetto politico che porti avanti battaglie in cui mi identifico
completamente: elementi spinti di partecipazione e democrazia diretta,
ripristino della legalità, vita dignitosa per tutti, ripristino della sovranità
monetaria.
Andare verso il popolo
Il M5S incarna un sano spirito di rivolta
contro interessi e poteri cristallizzati, che bloccano l’Italia così come
Benevento, distinguendo “sommersi e salvati”, esclusi ed inclusi. Io rivendico
la radice “populistica” di questo impegno politico, come Dario Fo. Populismo
significa ascoltare i bisogni delle persone comuni. E rivendico la coralità del
mio impegno. «Mi rivolto dunque siamo».
Se dovessi scegliere uno slogan per
sintetizzare tutto ciò direi a ciascuno di voi e a ogni cittadino beneventano:
«You never walk alone». Questa città ha mostrato, proprio nella catastrofe
dell’alluvione, di avere ancora solide radici comunitarie, una preziosa risorsa
cui attingere.
Noi siamo una squadra
Marianna Farese, Vittorio Giangregorio e
Gerardo Mercurio godono della mia totale fiducia e stima. Abbiamo lavorato gomito
a gomito in questi mesi e in quelli precedenti, all’interno di un gruppo
plurale ma coeso. Abbiamo contribuito a redigere la Bozza di Programma che nelle prossime settimane tutti leggerete e
integrerete. Siamo lontanissimi dalle faide interne al PD, dalla lotta per il
potere senza esclusione di colpi proibiti a colpi di seggi unici. Se sarà uno
di loro a guidare la nostra lista alle amministrative io ci sarò con tutti il
mio entusiasmo, perché si vinca e si mandi via una casta di politici
professionisti che si è ingrassata su una città che andava in rovina.
Noi siamo una squadra. Insieme a tutte le
persone che sono alle mie spalle. Vedrete in questi giorni uomini soli al
comando: dall’usato sicuro (ma con un quarantennio di politica alle spalle non
sarebbe meglio parlare di politico “vintage”?) al giovane direttore d’orchestra
che stecca ad ogni esecuzione. Anche se accompagnati da frotte di cortigiani
plaudenti resteranno uomini soli. Noi qui ora siamo già una moltitudine coesa,
con un obiettivo comune, senza ambizioni personali.
Il mio impegno
Il mio impegno peculiare sarà quello di
ascoltare, in tutte le modalità possibili, le istanze che provengono “dal
basso”, di attuare una politica fortemente partecipata. Non abbiamo più bisogno
di “uomini della Provvidenza”, di special
one, ma di persone capaci di fare rete, di ascoltare, di cooperare.
Benevento rinascerà solo grazie ad uno sforzo collettivo e condiviso che metta
al centro poche cose essenziali: la tutela dell’ambiente, il corretto e
trasparente uso delle risorse pubbliche, la riduzione dei costi della politica,
l’aiuto sistematico alle famiglie e alle persone in difficoltà.
Non solo bisogna smettere di credere negli
uomini della Provvidenza con tutte le soluzioni in tasca, ma bisogna avere il
coraggio di affidarsi all’intelligenza collettiva e di trovare gli strumenti
perché essa si esprima. Se io sarò il candidato Sindaco sarò un Portavoce.
Portavoce di tre cerchi concentrici: il primo è quello degli attivisti del M5S,
cittadini attivi che condividono un programma che hanno contribuito a redigere,
il secondo è quello dei simpatizzanti del M5S, il terzo è quello di tutti i
cittadini beneventani. Se riusciremo in questi anni a sollecitare una
partecipazione attiva e critica dei cittadini, a prescindere dalle percentuali
di voto, avremo avuto un grande successo.
Concretezza e utopia
Il Comune di Benevento, gestito da
professionisti della politica pieni di ambizioni personali, versa in una
situazione disperata: il fallimento dell’Azienda dei Trasporti, AMTS, ne è
plastica dimostrazione, con le sue conseguenze drammatiche sui cittadini e sui
lavoratori dell’Azienda stessa. Dobbiamo essere onesti con noi stessi e con la
città, essere pragmatici e rimanere con i piedi per terra. Risanare non sarà né
facile né semplice. E quindi tutti noi siamo chiamati ad essere estremamente
realisti. Noi siamo capaci di riparare le buche e tenere le strade in ordine
perché non dobbiamo lucrare facendo la cresta sugli appalti.
Ma questo non basta. È necessario ricominciare
ad avere un sogno, che manca da troppi anni a Benevento. Gestire la mobilità
urbana non significa solo manutenere le strade ma ripensare daccapo tutto,
fornendo a ciascun cittadino la possibilità di spostarsi come meglio crede, a
piedi in bici, sui mezzi pubblici, solo in caso di necessità con la macchina
personale, e piantare alberi che depurino l’aria e molte altre cose ancora. Dobbiamo
essere, dunque, capaci di agire nell’immediato, con concretezza, ma anche di
aprire il futuro, senza paura. Lo dobbiamo ai nostri figli.
La rivoluzione gentile
Sono solito parlare di una “rivoluzione
gentile” che sta iniziando, qui ora. Un apparente contraddizione, un ossimoro?
No. Noi dobbiamo essere capaci di cambiare radicalmente questa città, dalle
fondamenta, ma farlo con la persuasione, invitando ciascuno ad assumersi le
proprie responsabilità, a reclamare diritti e a rispettare doveri.
Una rivoluzione gentile per persone concrete e
sognatrici, insomma: capaci di stare con la testa fra le nuvole ma con i piedi
ben piantati per terra.
Potremmo dire che Benevento ha vissuto una
notte buia e tempestosa.
Che il cielo era pieno di lampi...
ma ora, questa la mia certezza, verranno le
stelle.
(Hotel President, 21 febbraio 2016
Presentazione lista e programma M5S)
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