venerdì 26 febbraio 2016

ma ora verranno le stelle... * * * * *


Chi sono. La mia storia

 Mi chiamo Nicola Sguera. Ho quarantotto anni. Insegno storia e filosofia al Liceo Giannone di Benevento. Considero il mio il lavoro più bello del mondo.
Ho sempre ritenuto doveroso impegnarmi per la mia città. L’attivismo civico è un dovere cui nessuno dovrebbe sottrarsi. È un “servizio civile” a tempo. Disertare la scena politica significa abbandonarla nelle mani di professionisti della politica che asserviscono la cosa pubblica alle proprie ambizioni, come è accaduto a Benevento e rischia ancora di accadere.
Ho contributo, sin dagli anni Novanta, a promuovere iniziative, soprattutto in campo culturale, con varie associazioni, molte della quali da me fondate. Non si dà una politica nuova senza una cultura nuova. Benevento ha bisogno di una rivoluzione che sia nello stesso tempo politica, antropologica e culturale.
Nel 2001 fui candidato sindaco di una lista civica, “Città Aperta”. I valori cui si ispirava erano la tutela del territorio e dell’ambiente, la giustizia sociale e la solidarietà.

La mia storia politica. Perché il M5S


Sono stato un uomo di sinistra perché ho sempre creduto in questi tre grandi ideali (anche se un autorevole giornalista scrisse un pezzo dal titolo: Perché Sguera è di destra). Non rinnego quello slancio ideale. Ho aderito al M5S perché ritengo tramontata la dialettica novecentesca di destra e sinistra, entrambe eterodirette da grandi potentati economici, e perché il M5S è l’unico soggetto politico che porti avanti battaglie in cui mi identifico completamente: elementi spinti di partecipazione e democrazia diretta, ripristino della legalità, vita dignitosa per tutti, ripristino della sovranità monetaria.

Andare verso il popolo

Il M5S incarna un sano spirito di rivolta contro interessi e poteri cristallizzati, che bloccano l’Italia così come Benevento, distinguendo “sommersi e salvati”, esclusi ed inclusi. Io rivendico la radice “populistica” di questo impegno politico, come Dario Fo. Populismo significa ascoltare i bisogni delle persone comuni. E rivendico la coralità del mio impegno. «Mi rivolto dunque siamo».
Se dovessi scegliere uno slogan per sintetizzare tutto ciò direi a ciascuno di voi e a ogni cittadino beneventano: «You never walk alone». Questa città ha mostrato, proprio nella catastrofe dell’alluvione, di avere ancora solide radici comunitarie, una preziosa risorsa cui attingere.

Noi siamo una squadra

Marianna Farese, Vittorio Giangregorio e Gerardo Mercurio godono della mia totale fiducia e stima. Abbiamo lavorato gomito a gomito in questi mesi e in quelli precedenti, all’interno di un gruppo plurale ma coeso. Abbiamo contribuito a redigere la Bozza di Programma che nelle prossime settimane tutti leggerete e integrerete. Siamo lontanissimi dalle faide interne al PD, dalla lotta per il potere senza esclusione di colpi proibiti a colpi di seggi unici. Se sarà uno di loro a guidare la nostra lista alle amministrative io ci sarò con tutti il mio entusiasmo, perché si vinca e si mandi via una casta di politici professionisti che si è ingrassata su una città che andava in rovina.
Noi siamo una squadra. Insieme a tutte le persone che sono alle mie spalle. Vedrete in questi giorni uomini soli al comando: dall’usato sicuro (ma con un quarantennio di politica alle spalle non sarebbe meglio parlare di politico “vintage”?) al giovane direttore d’orchestra che stecca ad ogni esecuzione. Anche se accompagnati da frotte di cortigiani plaudenti resteranno uomini soli. Noi qui ora siamo già una moltitudine coesa, con un obiettivo comune, senza ambizioni personali.

Il mio impegno

 Il mio impegno peculiare sarà quello di ascoltare, in tutte le modalità possibili, le istanze che provengono “dal basso”, di attuare una politica fortemente partecipata. Non abbiamo più bisogno di “uomini della Provvidenza”, di special one, ma di persone capaci di fare rete, di ascoltare, di cooperare. Benevento rinascerà solo grazie ad uno sforzo collettivo e condiviso che metta al centro poche cose essenziali: la tutela dell’ambiente, il corretto e trasparente uso delle risorse pubbliche, la riduzione dei costi della politica, l’aiuto sistematico alle famiglie e alle persone in difficoltà.
Non solo bisogna smettere di credere negli uomini della Provvidenza con tutte le soluzioni in tasca, ma bisogna avere il coraggio di affidarsi all’intelligenza collettiva e di trovare gli strumenti perché essa si esprima. Se io sarò il candidato Sindaco sarò un Portavoce. Portavoce di tre cerchi concentrici: il primo è quello degli attivisti del M5S, cittadini attivi che condividono un programma che hanno contribuito a redigere, il secondo è quello dei simpatizzanti del M5S, il terzo è quello di tutti i cittadini beneventani. Se riusciremo in questi anni a sollecitare una partecipazione attiva e critica dei cittadini, a prescindere dalle percentuali di voto, avremo avuto un grande successo.

Concretezza e utopia

 Il Comune di Benevento, gestito da professionisti della politica pieni di ambizioni personali, versa in una situazione disperata: il fallimento dell’Azienda dei Trasporti, AMTS, ne è plastica dimostrazione, con le sue conseguenze drammatiche sui cittadini e sui lavoratori dell’Azienda stessa. Dobbiamo essere onesti con noi stessi e con la città, essere pragmatici e rimanere con i piedi per terra. Risanare non sarà né facile né semplice. E quindi tutti noi siamo chiamati ad essere estremamente realisti. Noi siamo capaci di riparare le buche e tenere le strade in ordine perché non dobbiamo lucrare facendo la cresta sugli appalti.
Ma questo non basta. È necessario ricominciare ad avere un sogno, che manca da troppi anni a Benevento. Gestire la mobilità urbana non significa solo manutenere le strade ma ripensare daccapo tutto, fornendo a ciascun cittadino la possibilità di spostarsi come meglio crede, a piedi in bici, sui mezzi pubblici, solo in caso di necessità con la macchina personale, e piantare alberi che depurino l’aria e molte altre cose ancora. Dobbiamo essere, dunque, capaci di agire nell’immediato, con concretezza, ma anche di aprire il futuro, senza paura. Lo dobbiamo ai nostri figli.

La rivoluzione gentile

Sono solito parlare di una “rivoluzione gentile” che sta iniziando, qui ora. Un apparente contraddizione, un ossimoro? No. Noi dobbiamo essere capaci di cambiare radicalmente questa città, dalle fondamenta, ma farlo con la persuasione, invitando ciascuno ad assumersi le proprie responsabilità, a reclamare diritti e a rispettare doveri.
Una rivoluzione gentile per persone concrete e sognatrici, insomma: capaci di stare con la testa fra le nuvole ma con i piedi ben piantati per terra.
Potremmo dire che Benevento ha vissuto una notte buia e tempestosa.
Che il cielo era pieno di lampi...
ma ora, questa la mia certezza, verranno le stelle.

(Hotel President, 21 febbraio 2016
Presentazione lista e programma M5S)

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