sabato 6 febbraio 2016

L'arte del transito XII (Aforismi 1989-2009)



Terra-patria

La “storia universale” è stata una delle tante invenzioni dell’Occidente per giustificare, in nome di una presunta superiorità culturale, il colonialismo e l’imperialismo (e, dunque, il fatto che popoli “inferiori” fossero educati e portati al livello di quelli superiori, o cristianizzati o democraticizzati...). Dunque, bisogna pensare che esistono vie individuali che ogni popolo può perseguire. Ma è anche vero che, proprio a partire dal 1500, si avviò uno sconvolgente processo di planetarizzazione della civiltà umana. Mentre fino ad allora (e ancora per molto) i popoli vivevano in zone separate o appena comunicanti, la conquista dell’America avviò un processo di globalizzazione delle merci, dei mercati, delle culture, che oggi ha raggiunto il suo vertice parossistico. Dunque, come insegna Morin, siamo costretti necessariamente a pensare in termini planetari e ad imparare a pensare la Terra come patria. Non credo sia possibile tornare indietro su questa strada. Quindi, anche dal punto di vista culturale dobbiamo fare un salto di qualità, imparandoci a pensare come abitanti di un unico immenso paese, che conserva le sue tradizioni a livello locale ma sa che tutto ciò che accadrà nel più piccolo e sperduto luogo avrà ripercussione sull’intero sistema.


Quali sono le teste tagliate?

Afghanistan, Iraq: ovunque cadaveri senza testa, teste esibite, coltelli affilati che entrano nella carne del collo  e tagliano rozzamente vene, carotide, gola… Pratica antica. Davide lo fece a Golia, divenendo il simbolo della libertà (a Firenze, ad esempio). Ma vedere tutto questo in televisione… e poi, subito dopo, il gossip, il calcio, le veline. Teste tagliate. Le loro e le nostre, completamente scisse dal cuore, che deve – a ritmo frenetico – seguire il Bedecker pubblicitario, e battere ora per l’orrore ora per il divertimento ora per l’eccitazione di gambe e seni prosperosi.


La fede e l’impegno

Il Dio debole in cui credo, il Dio che per creare il mondo e la sua libertà ha rinunciato all’onnipotenza, il Dio che muore in croce, nell’abbandono più totale, è il Dio che attende dall’uomo la salvezza del mondo.


Contro il cristianesimo “religioso”

Se la “religione” ha la funzione di mantenere l’ordine mi sembra che abbia davvero poco valore. O c’è un’adesione completa e appassionata oppure è meglio l’ateismo, dal mio punto di vista. Le persone che difendono il cristianesimo, rinnegandolo nelle loro azioni quotidiane mi sembrano molto incoerenti e meno apprezzabili di quelli che professano apertamente l’ateismo. Oggi Dio non può essere più un collante sociale o, peggio, politico! O è il Signore del nostro cuore (il cuore di Gesù come cuore del mondo) oppure è meglio che sia niente.

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