La poesia
La poesia: ciò che
oggi chiede ascolto. Nel tempo della distrazione e della chiacchiera. Il “tu” a
cui si rivolge la poesia è il lettore. Ma solo in alcuni casi l’incontro
avviene.
Vera presenza
Esiste una scrittura
che non sia essa stessa una fuga? Che cosa significa scrivere al presente?
O anche la scrittura rischia di essere l’estremo rifugio di chi, pur avendo scelto
di vivere qui ed ora, preferisce contare ancora su un’uscita di sicurezza
perché il presente talvolta è sgradevole, soprattutto quando ci mette di fronte
ai nostri limiti o alle nostre colpe?
La luce del tuo volto
Riuscirò mai a
dimorare nella luce di un volto? Non dico un volto santo ma il semplice volto
di una persona - mia moglie, mia sorella - (io che eludo gli sguardi, guardo
altrove). Forse il passaggio ulteriore da compiere, seguendo San Giovanni,
è quello di vedere - realmente - il Volto nei volti. Ascoltare la Parola nelle parole.
Preghiera
Ci prepariamo per la
preghiera pur non essendovi preghiera.
Bene, amore
Ti voglio bene/ti amo.
La prima frase è piena di pudore e umiltà. Chi la dice è consapevole della
forza del suo sentimento, ma anche della fragilità della condizione umana. La
seconda è più potente, ma che la dice, quasi sempre, confida troppo in sé.
Nella prima c’è la promessa della fedeltà nel tempo e l’auspicio di cadere
insieme nel tempo della vita, uniti anche quando l’ardore dei corpi, noi
malgrado, si sarà spento.
L’attimo e il vuoto
Signore, accolgo
quest’attimo. Faccio il vuoto, domino l’attesa e la tensione verso il dopo
perché tu possa accadere come semplice presenza del presente. Ma posso
diventare Marta senza essere stato Maria, senza aver sperimentato davvero una
rapinosa fuga dal mondo? Si può dominare il tempo senza essere stati fuori dal
tempo?
Sguardi
«Io non guardo ciò che
guarda l’uomo» (Samuele, 16,1). Lo sguardo dell’uomo è offuscato. Egli guarda
solo in superficie. Lo sguardo di Dio penetra nel profondo. E Dio esige
(promette, assicura) uno sguardo nuovo anche per l’uomo: non per vedere Dio
stesso («Nessuno ha mai visto Dio», scrive Giovanni nella sua lettera) ma per
guardare in maniera rinnovata il mondo e gli altri.
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