lunedì 1 febbraio 2016

L'arte del transito V (Aforismi 1989-2009)



La poesia

La poesia: ciò che oggi chiede ascolto. Nel tempo della distrazione e della chiacchiera. Il “tu” a cui si rivolge la poesia è il lettore. Ma solo in alcuni casi l’incontro avviene.

Vera presenza

Esiste una scrittura che non sia essa stessa una fuga? Che cosa significa scrivere al presente? O anche la scrittura rischia di essere l’estremo rifugio di chi, pur avendo scelto di vivere qui ed ora, preferisce contare ancora su un’uscita di sicurezza perché il presente talvolta è sgradevole, soprattutto quando ci mette di fronte ai nostri limiti o alle nostre colpe?

La luce del tuo volto

Riuscirò mai a dimorare nella luce di un volto? Non dico un volto santo ma il semplice volto di una persona - mia moglie, mia sorella - (io che eludo gli sguardi, guardo altrove). Forse il passaggio ulteriore da compiere, seguendo San Giovanni, è quello di vedere - realmente - il Volto nei volti. Ascoltare la Parola nelle parole.

Preghiera

Ci prepariamo per la preghiera pur non essendovi preghiera.

Bene, amore

Ti voglio bene/ti amo. La prima frase è piena di pudore e umiltà. Chi la dice è consapevole della forza del suo sentimento, ma anche della fragilità della condizione umana. La seconda è più potente, ma che la dice, quasi sempre, confida troppo in sé. Nella prima c’è la promessa della fedeltà nel tempo e l’auspicio di cadere insieme nel tempo della vita, uniti anche quando l’ardore dei corpi, noi malgrado, si sarà spento.

L’attimo e il vuoto

Signore, accolgo quest’attimo. Faccio il vuoto, domino l’attesa e la tensione verso il dopo perché tu possa accadere come semplice presenza del presente. Ma posso diventare Marta senza essere stato Maria, senza aver sperimentato davvero una rapinosa fuga dal mondo? Si può dominare il tempo senza essere stati fuori dal tempo?

Sguardi

«Io non guardo ciò che guarda l’uomo» (Samuele, 16,1). Lo sguardo dell’uomo è offuscato. Egli guarda solo in superficie. Lo sguardo di Dio penetra nel profondo. E Dio esige (promette, assicura) uno sguardo nuovo anche per l’uomo: non per vedere Dio stesso («Nessuno ha mai visto Dio», scrive Giovanni nella sua lettera) ma per guardare in maniera rinnovata il mondo e gli altri.

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