La nascita del movimento Beat
Il
movimento beat (che dopo anni di eclisse sta è tornato al centro di un diffuso
interesse con ristampe e mostre) nacque con il reading di San Francisco del
1956: maggiori esponenti ne furono Jack Keruac (Sulla strada), William Burroghs (Il pasto nudo), Gregory Corso, Lawrence Ferlinghetti e Allen
Ginsberg.
La critica alla società
capitalistica
La
beat generation sviluppò una critica
radicale della società borghese e il rifiuto della mercificazione
capitalistica, ispirandosi al modello di Walt Whitman, che nell’Ottocento aveva
coniugato nella sua poesia. anarchismo democratico, vitalismo e individualismo.
I beat (“battuti” ma anche “beati”)
giravano l’America con mezzi di fortuna, praticavano il libero amore,
rifiutavano la logica della produzione, sperimentavano droghe, approfondivano
la conoscenza delle religioni orientali. In maniera confusa essi avvertivano i
limiti dello sviluppo neocapitalistico ed individuavano alcune possibili “vie
di fuga”.
I capolavori
L’opera
più celebre di Ginsberg, L’Urlo, uscì
nel 1956 e mise in subbuglio il mondo delle lettere e non in America. È la descrizione di un mondo degradato
in cui si aggirano angeli oramai senza aureola in un’America-Moloch avida del
sangue dei suoi figli migliori. La nota finale esplicita una sorta di teodicea
in cui tutto il creato appare come Santo.
L’altra
fondamentale opera di Ginsberg è Kaddish,
un lamento funebre dedicato alla madre (ebrea, russa) morta in un manicomio
Tra
le esperienze ricorrenti della vita di Ginsberg ci sono quelle con le droghe,
in particolare lisergiche. Egli tende ad allargare i confini della coscienza
per attingere alla fusione con il tutto e alla perdita dell’individualità. Nei
momenti epifanici, però, subentra la paura della morte.
«Ho visto le menti migliori della mia
generazione distrutte dalla pazzia, affamate nude isteriche,
trascinarsi per strade di negri all’alba in
cerca di droga rabbiosa».
Voce critica dell’America?
Negli
anni Sessanta Ginsberg è diventato una delle voci del movimento hippy. La sua è
stata essenzialmente una ricerca spirituale, accompagnata da battaglie civili:
una vita nomade che negli ultimi anni si era, però, sedata e normalizzata con
l’insegnamento nelle università.
Poesia e profezia
Nei
momenti più alti la sua poesia si pone come ricerca religiosa, profezia, canto
della vita. La parte più viva dunque della sua opera non appare quella
appiattita sull’attualità con toni spesso oratori, ma quella che invoca una
spiritualità nuova che àncori un nuovo agire politico.
È necessaria dunque una lettura attenta
della vasta opera poetica di Ginsberg per cogliere quegli elementi ancora
vitali e separarli da quanto di velleitario condivide invece con buona parte
della produzione Beat.
I Selected
Poems 1947-1995, antologia di tutta la sua opera curata dal poeta stesso,
sono stati tradotti dal Saggiatore con il titolo Papà respiro addio.
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