Clemente Mastella in una recente intervista ha
dichiarato che, se sarà eletto Sindaco di Benevento, allestirà un «comitato
scientifico» che lo supporti nell’azione di governo. Sarebbe facile ribadire
quanto scritto altrove, e che cioè l’ex Guardasigilli del governo Prodi ha
sempre navigato in altre e più alte acque della politica italica, e che
sconterà, a mio avviso, una scarsa conoscenza delle problematiche squisitamente
locali, ma, ribaditolo, è anche necessario riconoscere che l’idea è
assolutamente valida perché ribalta quanto fatto nell’ultimo decennio, in cui
la giunta Pepe/Del Vecchio, al di là di qualche trovata propagandistica (la
Consulta per gli operatori culturali turistici) e alcuni assessorati “tecnici”
utilizzati come foglia di fico per coprire la vergogna degli ultimi anni di
amministrazione (in cui però il “tecnico” si è divenuto, de facto, politico),
ha agito in direzione esattamente contraria.
Personalmente (ma qui davvero si tratta di una
riflessione tutta mia, da osservatore più che da attore della campagna
elettorale), ritengo che il MoVimento 5 Stelle sia l’unico soggetto politico in
grado di valorizzare la società civile beneventana e di creare una rapporto
nuovo fra sfera politica e “competenze”.
Si tratta di una sfida che potrebbe
riprendere il filo del discorso che poteva essere avviato dalla prima
sindacatura di Pasquale Viespoli, dove, per una congiuntura mai più
verificatasi, si ebbe la possibilità che pezzi di società civile divenissero
attori politici. Quella esperienza si chiuse anche perché in pochi mesi lo
scenario nazionale si modificò e Viespoli scelse (non sta a me dire se fece
bene o male) di ridiventare uomo “di parte” e coltivare le ambizioni che poi lo
portarono ad essere Sottosegretario.
Anche in quella circostanza (credo di
ricordare bene, ma sono disposto a correggermi), Mastella, il cui candidato era
il giudice Del Mese, fece uscire i nomi di una eventuale giunta, di tutto
rispetto, per altro (esattamente come ora con i nomi del Comitato Scientifico,
alcuni di caratura internazionale). Ancora una volta egli gioca la carta del
politico “nazionale”, con una vasta rete di conoscenze di mettere al servizio
della città. Questo schema, però, si fonda troppo sulla persona come nodo di
relazioni. Insomma, è lo stesso schema sotteso al “Quattro notti di luna piena”:
il rapporto personale come base di un progetto artistico-culturale. Che è uno
dei punti di forza della campagna elettorale di Mastella, appunto.
Lo schema va ribaltato. Il M5S ha uno
straordinario vantaggio su tutti gli altri soggetti politici: non ha “debiti”.
Può valorizzare il talento, la competenza, la professionalità di chiunque ne
sia portatore, a prescindere dalla sua appartenenza politica.
È scritto
addirittura nei principi che aprono la Bozza di Programma: «I Cittadini a 5 Stelle di Benevento intendono valorizzare
merito, capacità, competenza, mettendo da parte la scellerata prassi di
favorire individui per la semplice appartenenza “partitica” o vicinanza
personale». Se questo sarà vero, dunque, è necessario sin da ora trovare i modi
(questa la vera sfida!) perché ciò si concretizzi. Benevento ha straordinarie
risorse che, in questi anni di desertificazione, hanno costituito oasi di
attivismo civico e proposta culturale. Potrei sbilanciarmi e fare addirittura
dei nomi: penso al decisivo ruolo del FAI locale per la valorizzazione del
nostro patrimonio artistico; penso ad un’iniziativa originale e geniale come il
gruppo “Sei di Benevento” promossa da Alfredo Vittoria; penso alla nascita di “Campus”,
purtroppo silente in questi mesi in cui una voce terza sarebbe preziosa per
spingere gli attori politici sulla proposta programmatica; penso alla battaglia
sulla mensa, che ha consentito di scoperchiare un vero e proprio verminaio, di
AltraBenevento. Ognuno potrebbe farne altri.
Potrebbe, in caso di vittoria, mettere
uomini competenti scelti a prescindere dalla loro appartenenza politica, solo
in virtù della loro professionalità e della loro onestà, nei luoghi in cui si
deciderà della salvezza o della decadenza definitiva della nostra città. Pensiamo a quanto sarebbe rivoluzionario per Benevento avere persone realmente competenti e non scelte con criterio politico alla guida dell'ASIA o della futura (se ci sarà!) Azienda del trasporto pubblico (la fu AMTS... portata al fallimento da persone scelte con criteri di mera "ricompensa" politica, una oramai intollerabile forma di do ut des). La politica non può essere autoreferenziale! Se non viene nutrita dalle linfe migliori della comunità di cui è parte avvizzisce, muore e fa morire.
La sfida della “rivoluzione (gentile”) si gioca soprattutto qui, dunque: nel rapporto fra politica e società civile. Solo rompendo la separatezza, accettando di essere il tramite affinché quanto di meglio Benevento ha prodotto in questi anni possa essere utilizzato per il bene della comunità con strumenti più potenti e adeguati.
È un’idea molto diversa da quella di Clemente Mastella. È un’idea “a 5 stelle”. Ancora una volta: la vecchia politica, che vuole “guidare” i processi e utilizzare al proprio servizio le energie positive prodotte dalla società, e la nuova politica, che accetta un rapporto alla pari, perché fatta da uomini che non hanno scelto una professione a vita ma sono prestati “a tempo”, e sanno che potranno e dovranno continuare anche “dopo” a dare il loro contributo in termini di vigilanza critica e di proposta.
La sfida della “rivoluzione (gentile”) si gioca soprattutto qui, dunque: nel rapporto fra politica e società civile. Solo rompendo la separatezza, accettando di essere il tramite affinché quanto di meglio Benevento ha prodotto in questi anni possa essere utilizzato per il bene della comunità con strumenti più potenti e adeguati.
È un’idea molto diversa da quella di Clemente Mastella. È un’idea “a 5 stelle”. Ancora una volta: la vecchia politica, che vuole “guidare” i processi e utilizzare al proprio servizio le energie positive prodotte dalla società, e la nuova politica, che accetta un rapporto alla pari, perché fatta da uomini che non hanno scelto una professione a vita ma sono prestati “a tempo”, e sanno che potranno e dovranno continuare anche “dopo” a dare il loro contributo in termini di vigilanza critica e di proposta.
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