Nel centro
dell’uragano
Bisogna accettare le prove della vita, vivendole nel centro dell’uragano: scavalcarle con il sogno di una stagione serena è, nello stesso tempo, vile e vano, perché ci saranno problemi sempre nuovi ad angustiarci. Come Arjuna bisogna non rinunciare al proprio dovere, slanciarsi nella battaglia, senza badare al frutto dell’azione: in linguaggio cristiano, senza aspettare una ricompensa da Dio.
Bisogna accettare le prove della vita, vivendole nel centro dell’uragano: scavalcarle con il sogno di una stagione serena è, nello stesso tempo, vile e vano, perché ci saranno problemi sempre nuovi ad angustiarci. Come Arjuna bisogna non rinunciare al proprio dovere, slanciarsi nella battaglia, senza badare al frutto dell’azione: in linguaggio cristiano, senza aspettare una ricompensa da Dio.
Emulare gli illuminati
Lèggere di uomini che hanno raggiunto la liberazione (jivanmukta) dà respiro alle nostre esistenze schiacciate da piccole preoccupazioni. Bisognerebbe però non solo ammirare ma emulare.
Lèggere di uomini che hanno raggiunto la liberazione (jivanmukta) dà respiro alle nostre esistenze schiacciate da piccole preoccupazioni. Bisognerebbe però non solo ammirare ma emulare.
Possessione
Qualsiasi possesso implica l’asservimento a ciò che si possiede.
Qualsiasi possesso implica l’asservimento a ciò che si possiede.
Sacralizzare la vita
profana
Bisogna sforzarsi di sacralizzare la vita profana accettando il rischio del fallimento ogni giorno. Le tecniche ascetiche possono rientrare in tale vita ma senza essere assolutizzate poiché si correrebbe il rischio di “abbandonare” gli altri momenti all’insensatezza.
Bisogna sforzarsi di sacralizzare la vita profana accettando il rischio del fallimento ogni giorno. Le tecniche ascetiche possono rientrare in tale vita ma senza essere assolutizzate poiché si correrebbe il rischio di “abbandonare” gli altri momenti all’insensatezza.
«Sola spes…»
Il peccato più grande, quello contro lo Spirito, è abbandonarsi alla disperazione, credere che Dio ci abbia abbandonato. Bisogna guardarla in faccia la disperazione, non farsene travolgere. Soprattutto, non bisogna mai credere che ci sia qualcosa che meriti la nostra disperazione assoluta: disperare vuol dire essere senza speranza. Questo è il puro ateismo, essere privi di speranza. Ricordarsi di San Paolo (soprattutto la speranza). Non esiste nulla che meriti la nostra disperazione (non esiste il Nulla che solo la meriterebbe!).
Il peccato più grande, quello contro lo Spirito, è abbandonarsi alla disperazione, credere che Dio ci abbia abbandonato. Bisogna guardarla in faccia la disperazione, non farsene travolgere. Soprattutto, non bisogna mai credere che ci sia qualcosa che meriti la nostra disperazione assoluta: disperare vuol dire essere senza speranza. Questo è il puro ateismo, essere privi di speranza. Ricordarsi di San Paolo (soprattutto la speranza). Non esiste nulla che meriti la nostra disperazione (non esiste il Nulla che solo la meriterebbe!).
Sensualità e
misticismo
Sensualità e misticismo. Pare che siano strettamente connesse a partire dalla mistica secentesca, soprattutto spagnola (le estasi di S. Teresa). Che cosa accade? Forse il mistico riesce a torcere la sua esuberanza erotica in direzione dell’Assoluto? Cfr. Leopardi: l’uomo ha il desiderio di una felicità (piacere) assoluta e si illude di soddisfarla con piaceri finiti. Il mistico allora parte inconsapevolmente o consapevolmente da questo assunto, e dunque raggiunge l’unica pienezza possibile all’uomo?
Sensualità e misticismo. Pare che siano strettamente connesse a partire dalla mistica secentesca, soprattutto spagnola (le estasi di S. Teresa). Che cosa accade? Forse il mistico riesce a torcere la sua esuberanza erotica in direzione dell’Assoluto? Cfr. Leopardi: l’uomo ha il desiderio di una felicità (piacere) assoluta e si illude di soddisfarla con piaceri finiti. Il mistico allora parte inconsapevolmente o consapevolmente da questo assunto, e dunque raggiunge l’unica pienezza possibile all’uomo?
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