Chi semina vento (tra i vinti) raccoglie tempesta (nel deserto)
ad Alberto
Asor Rosa
1
Finalmente una guerra
vera da
raccontare a figli e nipoti.
Lo sbarco in
Normandia nel ricordo dei nonni,
l’offensiva
del Tet per i padri. Per noi
la guerra del
Golfo: già pronta per l’uso.
2
«La mia vita
è come un vento:
non ha nulla
a cui aggrapparsi».
Ancora qualche
giorno e potremo
ripensare con
calma, bevendo
coca-cola,
gli eventi finali.
Torri crollanti:
Grenada, Panama, Tripoli,
Baghdad, [...].
«Da casupole
con le porte chiuse
una nenia
straziante saluta
un piccolo
caduto di guerra.»
3
E gli storici
saranno onesti:
parleranno di
un Ottantanove
pieno di
speranze ma dai precari
equilibri,
dai nodi irrisolti.
Dalle pagine
del Corriere della Sera:
«Gli
intellettuali tacciono
davanti ai
grandi dilemmi».
E hanno
ragione.
Tutte le
notti consumate sui libri:
lacrimae -
rabbia, orrore, paura -
mundi. Per
ritrovarci alla tragedia
muti.
4
I mercanti
d’anni iniziano a contare
i denari, a
reclamare posto
nelle aziende
i pennivendoli.
«Quasi una manna per petrolieri e giornalisti»
Sublime
ironia della lingua!
5
Babilonia
distrutta. Il popolo
eletto si
prostra al Dio di luce
atomica.
Ritrovate nel
deserto pace e fertilità!
Nasceranno
papaveri dal sangue.
È caduta,
è caduta Babilonia la grande
ed è
diventata covo di demoni
radioattivi.
Hai minacciato le nazioni,
hai sterminato l’empio.
(1991)
Nessun commento:
Posta un commento