giovedì 14 giugno 2018

Frantumi IV


«Osservando il crollo della civiltà del XIX secolo, Karl Polanyi [citato spesso da Grillo, nota mia] trasse un insegnamento valido ancora oggi: in un sistema di mercato sempre più sganciato dalla “sostanza umana e naturale”, le persone reagiscono all’eccesso di concorrenza cercando protezione, e se a questa non provvede lo stato sociale si rivolgeranno, come negli anni trenta, all’autoritarismo corporativo e razzista dei fascismi» (Fioravante, Ortelli, La via stretta della sinistra).

 21. Autocritica

È finita la stagione degli “ossimori”. Ho pensato che questo tempo alle spalle dovesse essere attraversato tenendo insieme gli opposti. Una “rivoluzione” che finisce con Salvini che sbarra i porti italiani non può essere “gentile”. Dunque, in futuro bisognerà scegliere: o la rivoluzione o la gentilezza. Nella prima serie di Daredevil questo dilemma si pone in entrambi i protagonisti: nell’avvocato Murdock, che diviene giustiziere mascherato di notte, per ovviare ai limiti della legge, e nella sua nemesi, Wilson Fisk (“Kingpin” per i Marvel-fan della mia generazione “Corno”), che si rende conto di non essere il “buon samaritano” che si era sempre illuso d’essere ma il ladrone che ha bastonato fino quasi ad ucciderlo il viandante della parabola evangelica.


La politica per me deve avere un fondamento di pensiero. Non riesco a pensarne un’altra (ad esempio la mera gestione dell’esistente, che pure ha la sua nobiltà ma mi pare estensione del mondo domestico, “economico”, alla sfera pubblica). Quale sarà questo nuovo fondamento?

22. Esperimento?

Sto leggendo il libro di Iacoboni sul M5S. Ho avuto modo di dire all’autore, che volle incontrarmi qualche settimana fa a Benevento, che non mi convince l’idea di una pianificazione “totalizzante”. Sin dall’inizio della mia avventura a chi accusa il Movimento di eterodirezione dall’alto ribattevo che mi sembrava più una “poliarchia” con centri di comando plurali e spesso non coordinati. Da un punto di vista ideologico, poi, aggiungevo che il modello sembrava il fascismo, ovvero un movimento che nasce con un’ideologia ibrida, diciamo “trasversale” per quegli anni (il primo dopoguerra), che sol dopo quattro o cinque anni può dirsi dotato di una “ideologia” sistematica. Lo stesso Iacoboni d’altronde, quando racconta del goffo tentativo di passare dal gruppo con l’UKIP a quello con l’ALDE a livello europeo, è costretto a riconoscere improvvisazione che stride pesantemente con la ricostruzione complottista (l’asse con Bannon e Farage di un populismo di destra internazionale).
Questo non significa negare che nel libro ci siano molte verità, ovviamente.

Nessun commento: