«Paura, eh?» avrebbe detto Fabio De Luigi
imitando Lucarelli.
Niente potrebbe spiegare meglio l’accordo raggiunto in
extremis tra i “lealpepisti” e Raffaele Del Vecchio. Dopo un lungo braccio di
ferro, che faceva presagire la rottura, e il rischio concreto di una emorragia
di voti per il centro-sinistra, Umberto Del Basso De Caro ha dovuto cedere alle
richieste della famiglia Del Vecchio. Lui è sicuramente lo sconfitto di questa
prova di forza. La vicenda, nella campagna elettorale, ha un enorme risvolto.
Raffaele Del Vecchio ha avviato la sua
campagna elettorale sottolineando la discontinuità con la Giunta Pepe, di cui
peraltro è ancora Vicesindaco. La cosa solo a Benevento non appare surreale e strampalata.
Le parole suscitarono l’irritazione del
Sindaco. Da allora il braccio di ferro (quello visibile: lista autonoma sì,
lista autonoma no; quello invisibile ai più: numero di assessorati e poltrone “pesanti”).
La novità qual è, dunque? Che la campagna
elettorale impostata sul “nuovo inizio” (lo slogan «si parte») va ripensata
dalle fondamenta comunicative.
Come è possibile ora convincere i beneventani della
novità della proposta politica di Del Vecchio?
Non sarà possibile una campagna
elettorale in cui Del Vecchio parli solo del futuro e Pepe gli faccia il
controcanto elogiando se stesso e il suo lavoro. Siamo in prossimità di un
cortocircuito destinato a far deflagrare comunque il centrosinistra. Il
decennio alle spalle va rivendicato tutto intero, proseguendo un percorso già
consolidato? Benissimo! Allora Del Vecchio deve rispondere:
a) della
crisi economica cittadina rispetto a cui lui e la giunta Pepe non hanno messo
in campo nessuna strategia;
b) dell'aumento
vertiginoso del debito del Comune;
c) della surreale
vicenda della mensa
d) del fallimento
dell’AMTS;
e) della ricchezza
archeologico-culturale mai valorizzata adeguatamente;
f) del degrado
di molte zone della città, la cui spia più evidente è la sporcizia diffusa,
riconosciuta addirittura dal Sindaco nella conferenza di fine anno.
Da
ora in poi sarà possibile parlare dei diarchi Del Vecchio/Pepe.
Certo,
l’alternativa per molti beneventani sarebbe l’“usato sicuro”. Ma per esso
propongo la rottamazione. Clemente Mastella è solo chiacchiere e distintivi
(per altro discutibili).
Il
nuovo, è inutile dirlo, c’è. Si chiama MoVimento Cinque Stelle.
La rivoluzione "gentile" in cammino riguarderà donne e uomini, metodi, pratiche, idee,
coniugando corretta gestione dell’esistente e progettazione di un’altra
Benevento possibile per i nostri figli:
a) che valorizzi le proprie potenzialità economiche (soprattutto nell’agroalimentare);
b)
che abbia casse in ordine:
c)
che faccia mangiare bene i propri bambini;
d)
che gestisca correttamente le partecipate senza ridurle a strutture
clientelari;
e)
che valorizzi le proprie ricchezze archeologiche e culturali;
f)
che garantisca ai propri cittadini un minimo di decoro urbano.
Quale
il nostro motto?
P.S.
La canzone dei Beatles da cui abbiamo ripreso
la didascalia dell’immagine in cui il giovane Del Vecchio è costretto a scalare
con il monte Benevento con il macigno Pepe è seguita, in Abbey Road da... The end. Ragazzo, dovrai portare quel peso!
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