Toccherà ancora
pestare qualche piede amico, purtroppo. Ma... se non ora, quando?
L’altro ieri è
stata presentata la lista “Benevento Popolare”. A battezzarla il
sottosegretario alla Difesa del Governo Renzi, Gioacchino Alfano, Popolo della
Libertà approdato al NCD dell’altro Alfano.
Vorrei soffermarvi
su tre delle figure presenti a sostegno della candidatura di Raffaele Del
Vecchio.
La prima è quella
di Gianvito Bello. Nato alla politica nel Partito socialista craxiano,
assessore all’ambiente e alle politiche energetiche nella giunta Provinciale di
centrosinistra (lo si ricorda per il progetto di “Bike Sharing” da lui
promosso, abbandonato poi al suo destino per responsabilità tutte da
verificare). Nessuna esitazione a tornare sotto l’ala protettrice del suo ex
mentore, Umberto Del Basso De Caro, cui negli anni non ha mai lesinato critiche
feroci, mal tollerandone l’esercizio “feudale” del potere sul suo territorio
(politico).
La seconda figura
è quella di Gennaro Santamaria. DC, nel 2001 candidato Sindaco con Democrazia
Europea (la meteora politica di Sergio D’Antoni), con una clamorosa decisione
presa in splendida solitudine, si schiera al ballottaggio con Sandro D’Alessandro.
Verrà ricompensato con un Assessorato nella giunta di centrodestra. Politico a
tempo pieno, diventa punto di riferimento dell’UDC locale, nel 2015 ottiene l’incarico
di capo segreteria del Ministero dell’Ambiente.
La terza figura è
quella di Roberto Capezzone. Rimando ancora una volta a quanto rispostogli dal
Movimento 5 Stelle, esaustivo. Voglio solo ricordare agli smemorati che nel
2000 presenziava alla messa per Mussolini celebrata nella Chiesa di San Donato. Ora è in una coalizione la cui eminenza, non troppo grigia, è uomo dei "poteri forti"...
Per il resto, la storia che coinvolge proprio Umberto Del Basso De Caro e Nunzia De
Girolamo, quando lui era il coordinatore del PDL, la dice lunga sul
personaggio.
Ebbene alla
presenza di questi tre politici di lunga professione, Alfano ha detto: «Il
Movimento 5 Stelle non può governare. Sono senza esperienza e in un territorio
vulnerabile come Benevento potrebbe diventare addirittura pericoloso [...] Il
riferimento al territorio per il Movimento è stata posto in relazione alla gestione
dell'emergenza creata dall’alluvione: secondo il sottosegretario i grillini non
hanno esponenti pronti ed attrezzati per avviare la ricostruzione».
Siamo lusingati di meritare tanta attenzione. Vuol
dire che c’è timore nel Palazzo per la nostra presenza. Quali armi allora
utilizzare? L’unica, già spuntata: la mancanza di esperienza. Sarebbe
interessante fare un bilancio delle “esperienze” di questi politici di
professione.
Questo mi sento di rispondere a Bello, Santamaria e Capezzone, che
immagino sottoscrivano le parole di Alfano. Al loro esempio si contrappone un’altra
figura possibile di politico, una figura “impolitica” se mi permette il gioco
di parole. Essi restano come “scorie” non smaltibili nella società, cercando
affannosamente un nuovo incarico, una nuova collocazione. Il politico di nuova
generazione, dopo aver svolto alcuni anni di “servizio civile”, dovrà
dissolversi nella società civile da cui proveniva. Egli non pratica la politica
per opportunismo né è incline al compromesso. È inutile girarci intorno: se non
cambiano le pratiche della politica nessun programma di governo potrà salvare
questa città e questo paese.
Alfano ha evocato,
maldestramente, l’alluvione.
Per altro, ricordo che almeno Fausto Pepe la faccia ce la mise,
Raffaele Del Vecchio si fece invisibile. Ma la parola magica, quella che
cementa le persone presenti alla presentazione è... ricostruzione! D’altronde,
la seconda Giunta Pepe/Del Vecchio aveva un solo obiettivo, a rileggere il
programma: costruire, consumare territorio.
Ieri sera, nel bel
Concerto a 5 Stelle, è stato detto che il M5S valorizzerà merito e competenze.
Questo significa che nessuno di noi si illude di avere la bacchetta magica per
risolvere questioni complesse (dal debito di bilancio ai danni dell’alluvione,
dalla crisi del commercio alla desertificazione culturale). Abbiamo con noi,
però, una città stanca dei politici di professione, piena di talento
inutilizzato, di competenze lasciate languire, che aspettano solo un’occasione
per diventare impegno civico. La rivoluzione “gentile” di giugno sarà questa
occasione.
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