sabato 21 aprile 2018

Nel chiaro mondo II (Rando)



Ti muovi intorno a pochi argomenti, le radici del tuo essere, quello che ti ha fondato e su cui ancora torni come ad una fonte a cui abbeverarti: 

1) la terra, San Cumano [...];
2) la famiglia (quella di origine innanzitutto, con tua madre, tua sorella; e poi quella che ti sei creata, tua figlia, tua moglie) [...];
3) lo scontro. È nello scontro, nella perenne contraddizione che vivi. La preghiera e la bestemmia, l’amore e il rifiuto, la saggistica e la poesia, il fuoco e la notte, l’arco e la lira. Contraddizioni che cerchi di sanare in te, mai pacificandoti, ma sempre teso alla consonanza degli opposti, consapevole della compresenza e forse della necessità di quei doppi: non l’uno contro l’altro ma l’uno per l’altro. 
Resta alla fine un discorso di speranza, speranza per un mondo che pur nelle tenebre del dolore, della morte, della paura, nel deserto di senso che sembra stringerci, risulta “chiaro”, luminoso. Amor omnia vincit. E feconda. Mi viene in mente la frase finale di un vecchio film (Daddy nostalgie): «Chiudere la finestra a cosa serve oramai? A far finta di vivere in attesa che ritorni la voglia». Il tuo non è un fare finta, ma vivere pienamente (in ogni contraddizione, in ogni trafittura) la vita per restituire senso alle cose.

(Dalla "Introduzione" di Luca Rando)

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