domenica 25 febbraio 2018

La rivoluzione gentile 26 (Lavoro, flexicurity, economia)

Il 23 febbraio il M5S di Benevento ha organizzato un evento focalizzato sul tema del lavoro e dell’economia, illustrando il Programma del Movimento.

PREMESSA
Il lavoro e e l’economia di questo scorcio di millennio possono essere compresi solo a partire da tre eventi combinati: la globalizzazione economica, la rivoluzione tecnologica e la “grande recessione” avviatasi nel 2008 in America.

1. RIVOLUZIONE TECNOLOGICA
Per orientarsi nel presente sono necessarie delle guide.
La fine del lavoro
Beppe Grillo ricorda come Jeremy Rifkin già nel 1995 annunziasse l’imminente “fine del lavoro”.
«L’Era Industriale mise fine al lavoro degli schiavi. L’Era dell’Accesso metterà fine al lavoro salariato di massa. Questa è l’occasione e la sfida che l’economia mondiale ha di fronte, mentre ci muoviamo nella nuova era della tecnologia intelligente. Liberare intere generazioni dalle lunghe ore trascorse sul posto di lavoro potrebbe annunciare un secondo Rinascimento per la razza umana o portare a una grande divisione e allo sconvolgimento sociale. La questione centrale è: che cosa facciamo dei milioni di giovani lavoratori di cui si avrà poco o nessun bisogno in un’economia globale sempre più automatizzata?»

La grande trasformazione

Il libro di Karl Polanyi è fondamentale perché consente di pensare le "rivoluzioni" produttive ed economiche non come fenomeni naturali. La prima rivoluzione industriale sarebbe potuta essere diverse se la politica avesse deciso di "guidarla" tutelando tutti i cittadini e non asservendosi ad ideologie (che poi Marx smaschererà come ideologia "borghesi"). 
La tesi fondamentale di Polanyi riguarda la negazione della "naturalità" della società di mercato, ritenuta piuttosto un'anomalia nella storia della società umana (che lo porta a rifiutare l'identificazione dell'economia umana con la sua forma mercantile) e il concetto normativo di embeddedness. L'economia non è avulsa dalla società, ma non può che essere embedded, vale a dire integrata, radicata proprio all'interno della società. 
Lo stesso discorso può applicarsi alla globalizzazione che le ideologie liberali e liberiste hanno imposto, nell'immaginario comune, come un evento naturale e non controllabile nei suoi effetti nefasti.

La nuova rivoluzione delle macchine

Erik Brynjolfsson e Andrew McAfee, con il loro libro La nuova rivoluzione delle macchine, cercano di spiegare l’enorme impatto della tecnologia sul mondo contemporaneo. 
«Questo è un libro sulla seconda età delle macchine in pieno corso, su un punto di svolta nella storia delle nostre economie e società grazie al digitale». 

2. GLOBALIZZAZIONE
Quali sono gli elementi fondamentali della globalizzazione avviatasi negli anni Ottanta? La finanziarizzazione dell’economia, la sottomissione della politica all’economia, la liberalizzazione, la deregulation, la delocalizzazione delle produzioni, l'egemonia delle ideologie neo-liberiste, la riduzione della sovranità statale.

3. DECRESCITA E LIMITE
Molti ritengono il M5S un movimento “nazionalista”, addirittura xenofobo. Accuse rilanciate, anche se assai flebilmente, in questi giorni da uno sparuto gruppo di avversari politici. Cerco pazientemente di spiegare loro che il “nazionalismo” a cinque stelle (se vogliamo usare il termine) non ha nulla di identitario. Esso si fonda sul bisogno profondo di “radicamento”, illustrato in maniera mirabile da Simone Weil durante la seconda guerra mondiale, e, soprattutto, sull’urgenza di arginare la potenza sradicante della globalizzazione selvaggia. 
«Non è possibile soddisfare l'esigenza di verità di un popolo se tal fine non si riesce a trovare uomini che amino la verità. Il radicamento è forse il bisogno più importante e più misconosciuto dell'anima umana. È tra i più difficili da definire». 
Un autore prezioso a capire perché la globalizzazione vada contrastata, potenziando di nuovo gli Stati nazionali, è Serge Latouche, il teorico della decrescita conviviale.
«L’uomo, lo zóon politikón di Aristotele, in quanto animale sociale, è sempre vissuto all’interno di un’entità politica. [...] Anche nei suoi spostamenti, la tribù itinerante ha i propri limiti, che sono di appartenenza e di identità. Accade dunque che il limite politico si confonda con il limite culturale. Tuttavia, l’illimitatezza occidentale concerne anche la politica. Riguarda da una parte la cancellazione, per così dire orizzontale, delle frontiere e l’emergere di un caos planetario».
Il libro illumina sul nesso necessario tra rifiuto della globalizzazione selvaggia e necessità della decrescita, ovvero di una nuova idea dell'economia, presente nel Programma del M5S e nei 20 punti.



4. EUROPA/EURO
Io sono convintamente europeista. Amo il sogno che fu sognato da Spinelli e Rossi a Ventotene. Amo l’Europa plurale dei popoli che vuole mettere una pietra sulla secolare storia di guerre fratricide. Contesto però l’Europa delle banche, l’Europa costruita a partire non da una Costituzione comune ma da una moneta unica che sin dall’inizio è stata moneta carolingia, moneta franco-tedesca, pensata per essere funzionale alle economie di questi due paesi e devastante invece per l’economia italiana, coniugandosi a politiche di austerity che storicamente sono espressioni di oligarchie conservatrici. E permettetemi di ricordare ancora una volta cosa sia il fiscal compact, il patto di bilancio europeo, che costituisce con l’euro carolingio un combinato disposto. Il 30 gennaio 2012 i rappresentanti degli esecutivi dei paesi dell'Unione, costituenti il Consiglio europeo, con l'eccezione del Regno Unito e della Repubblica Ceca, hanno approvato il nuovo patto di bilancio, denominato "fiscal compact". Tale patto non è mai passato al vaglio del Parlamento Europeo, né è stato proposto come direttiva dalla Commissione (deputata dai trattati di Maastricht e di Lisbona a implementare le politiche europee stabilite in sede di Consiglio europeo), che in quanto tale avrebbe dovuto essere approvata dal Parla-mento europeo. Quest'ultimo, con una mozione a larga maggioranza, si è peraltro espresso autonomamente contro il "fiscal compact", senza che peraltro tale pronunciamento abbia avuto valore cogente, in quanto il Parlamento europeo non gode di iniziativa legislativa, ma può solo - legislativamente - limitarsi ad approvare o respingere direttive della Commissione.
Bisogna discutere l’euro, discutere le politiche economiche europee. Bisogna rimettere in discussione il fiscal compact... Come fa Azzariti.
5. NEW DEAL
Nel 2007-2008 ebbe inizio quella che oggi viene definita “grande recessione”. Nata negli USA si propagò in Europa, seconda per gravità solo al-la crisi del 1929. Pensate all’effetto della crisi nel tempo della globalizzazione e della trasformazione economica.
Per questo urge, come nell’America degli anni Trenta, un New Deal. Questo ci dicono i 20 punti per la qualità della vita degli italiani. 




Sicuramente il reddito di cittadinanza è la proposta più innovativa del M5S, che inverte le politiche di flessibilità del lavoro attuate in Italia negli ultimi 20 anni . È bene ricordare che dal pacchetto Treu che «ha contribuito a creare il fenomeno del precariato in Italia») e dalla Legge Biagi («Alla flessibilità del lavoro, pur prevista nella normativa, di fatto non ha fatto seguito una riforma perpendicolare degli ammortizzatori sociali: sicché una situazione di lavoro flessibile è divenuta sotto alcuni profili una situazione effettiva di precariato») l’Italia (di centrosinistra e centrodestra) ha perseguito solo la strada della flessibilità, senza mai pensare alla sicurezza sociale, con i disastri che abbiamo sotto gli occhi. 
Il modello di flexicurity proposto dal M5S «consiste di una combinazione di estrema facilità di assunzione e licenziamento per il datore di lavoro e consistenti ammortizzatori sociali per i lavoratori dipendenti». Insomma, cambiamo totalmente registro, guardando a modelli virtuosi di tenuta economica e sociale. Malgrado i proclami di economisti vicini alle forze governative, «in Italia la flexicurity non è mai [...] stata applicata. Per rispetto dell'intelligenza dei cittadini italiani (che sono stufi di essere presi in giro da sedicenti esperti dell'economia globale) eliminate la parola security» (Nunzia Catalfo).











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