«Non sono un esperto di social network ma ho potuto subito constatare con facilità che ogni nostra dichiarazione è commentata con insulti dai sostenitori del Movimento Cinque Stelle. Una mancanza di rispetto che non si addice a una forza che si propone di governare il Paese. Anche perché il moralismo non paga. E il caso dei falsi rimborsi è emblematico in tal senso. Quando sbagliano loro è sempre tutto giustificato. Sorprende poi che a questa pratica non si sottragga un professore di storia e filosofia che non conosco personalmente ma che pure mi dicono essere un docente capace».
Lo scrive Fernando Errico, Sindaco di un piccolo paese del Sannio (San Nicola Manfredi), politico di lunghissimo corso, mastelliano di ferro (nell’UDEUR) fino ad un irrimediabile (per quanto la parola abbia senso in politica) screzio con il ras di Ceppaloni, poi in NCD, approdato in fine in Forza Italia (chiudendo il cerchio con il suo vecchio sodale). Insomma un limpido esempio dell'eterno trasformismo delle classi dirigenti italiche, soprattutto meridionali, su cui ho scritto spesso nelle pagine di questo blog.
Poiché mi chiama in causa voglio tranquillizzarlo: non troverà neanche un insulto nella mia decennale frequentazione dei social o sul mio blog. Se mi appare inutile il dialogo mi limito a cancellare l’interlocutore (una delle cose belle che Facebook mette a disposizione). Non so chi gli abbia fornito questa fake news (altamente offensiva nei miei confronti). Mi pare di capire che il dottor Errico possa contare su un folto esercito di informatori sguinzagliati in Rete a rovistare nelle vite private e nel passato delle persone, alla ricerca di scheletri (che, ahimé, non riescono proprio a trovare).
Non so neanche se ci sia malizia nell’alludere al mio essere docente. Anche su questo voglio tranquillizzarlo: a differenza di alcuni colleghi (e colleghe) e di alcuni (e alcune) dirigenti scolastici, che utilizzano il loro ruolo per fare propaganda politica ad amici e congiunti, io riesco a tenere separati rigorosamente la mia attività di educatore e l’attività politica.
Per il resto, constato la bassezza a cui la paura di non essere eletti spinge (indagare nelle vite altrui, utilizzando un personale su cui stendo un velo pietoso) e, con orgoglio, ribadisco che la scelta il 4 marzo è tra un esercito di “professionisti della politica” che della politica vivono da sempre e un manipolo di persone comuni, con curriculum di assoluto rispetto (come anche lorsignori sono costretti obtorto collo ad ammettere), che porteranno in Parlamento competenza e passione.
Ah, dimenticavo: finalmente gli Italiani sanno, dopo anni di silenzi e bugie, che il M5S, tagliando lo stipendio dei parlamentari, ha restituito oltre 23 milioni di euro ai cittadini come certificato dal MEF e da tutti i giornali.
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