Il grande sforzo nell’elaborazione dei 20 punti per laqualità della vita degli italiani è stato quello di pensare alla tutela di
categorie diverse, normalmente pensate come portatrici di interessi divergenti.
Se guardiamo in filigrana l’intero Programma del M5S ci renderemo conto di una
lettura forte della società italiana nel mondo globalizzato: vanno tutelati gli
interessi del 99% (rubo la definizione da “Occupy”) contro quelli dell’1%.
Mentre le grandi multinazionali riescono a bypassare gli apparati legislativi,
e quando vengono multate non hanno difficoltà ad affrontare spese irrisorie per
loro rispetto ai profitti, i piccoli e medi produttori sono enormemente
danneggiati dal ginepraio legislativo esistente in Italia. Per questo
strategicamente si è collocata la semplificazione di questa “selva oscura” al
primo posto del dei 20 punti.
La riduzione delle tasse deve essere provvedimento generalizzato
(IRPEF), ma evocare le piccole e medie imprese significa individuare i soggetti
al centro di un nuovo progetto economico: «Un intervento chiaro e programmato
dello Stato per garantire il benessere dei cittadini, l’operatività delle
imprese, la ricerca e l’innovazione tecnologica è il volano del rilancio del
Paese. In questo obiettivo diventa».
Anche sulla tutela dei risparmiatori il M5S vuole rompere con la
tradizione vigente. Fino ad ora ad essere tutelati sono stati i grandi gruppi
bancari. Il “decreto salvabanche” del 2017, gli scandali relativi a Monte deiPaschi, Banca Veneta mostrano in maniera inequivocabile che chi ha governato il
Paese negli ultimi anni ha voluto tutelare esclusivamente quegli interessi,
lasciando che migliaia di piccoli risparmiatori perdessero tutto.
Per questo
nel Programma è scritto: «Il M5S vuole dare alla vigilanza bancaria e
finanziaria nuovi metodi e strumenti più condivisi ed efficaci, ispirati a
maggiore trasparenza, condivisione e responsabilità, allo scopo di garantire la
sicurezza e tutela del risparmio».
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