sabato 12 novembre 2016

Verso il referendum costituzionale V [Il mito della "governabilità"]



Se volessi sintetizzare quanto detto nel confronto con l'esponente del PD, Giulia Abbate (nel video integralmente), lo farei in 5 punti:
1) la Riforma Boschi rafforza il potere dell'esecutivo (la Abbate parla continuamente di "governabilità") a detrimento della rappresentanza nel "combinato disposto" con il nuovo sistema elettorale, l'Italicum (che per altro viene già dagli stessi artefici considerato obsoleto e riformabile: una sindrome di Penepole!).
2) Le regole del gioco devono essere scritte a larghissima maggioranza.
3) Il vero ispiratore della Riforma, la sua anima "nera", è Giorgio Napolitano. Nell'aprile 2013 la storia italiana sarebbe potuta cambiare con l'elezione di un Presidente della Repubblica in discontinuità con l'ex leader del migliorismo comunista. Certamente con l'elezione di Stefano Rodotà, proposta dal M5S, ma ex deputato dei DS, in subordine con l'elezione di Romano Prodi. Il PD, terrorizzato da uno scenario inedito che vedeva la crescita impetuosa del M5S, volle un Napolitano-bis, con una forzatura senza precedenti nella storia repubblicana. 
4) Negli esponenti del PD predomina una "mistica" del cambiamento. «Bisogna cambiare, altrimenti non sarà più possibile farlo». Quello che noi discutiamo non è la possibilità di modificare la Costituzione, che può essere sempre migliorata (utilizzando saggiamente l'art. 138 e non procedure diverse), ma questa (pessima) riforma. Di fronte ad un salto nel buio, meglio conservare l'esistente.
5) L'Italia sarà ulteriormente esposta, in caso di vittoria del Sì, al controllo (opaco) di poteri transnazionali che ritengono il lavoro e la dignità della persona subordinati alle logiche del capitale.

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