L’intervista
fattami da Enzo Colarusso necessita di qualche chiarimento o integrazione.
1. Ciò che non uccide rende più forti
Il
titolo (ma è legittimo che un giornalista “cerchi” l’effetto) dà peso ad un
passaggio tutto sommato marginale. Per altro, con il senno di poi, quanto
accaduto mi ha consentito di sperimentare che davvero è possibile battere nuove
strade, cercare nuovi strumenti di dialogo con la città, utilizzare in maniera
creativa la tecnologia senza scimmiottare chi, in termini di vecchia
propaganda, sarà sempre più attrezzato di noi in termini sia di denaro che di
lavoro semiservile. Insomma, Dio benedica quella notte del 28 febbraio, in cui
gli attivisti del Meetup “Grilli Sanniti” scelsero Marianna Farese come
candidato Portavoce! Ogni gruppo o comunità ha al suo interno dialettiche e
scontri. Il nostro non ne è immune. Ma, se è vero che ciò che non uccide rende
più forti, abbiamo innanzi a noi la sfida di rendere le diversità di punti di
vista l’alimento per nuova crescita di un gruppo nel quale sono entrato nel
febbraio 2014 e che ha il merito enorme di aver fatto del M5S una soggetto
politico di riferimento per l’intero territorio.
2. I giovani, la politica, “le sudate carte”
Ribadisco
nell’intervista che il mio risultato personale, se non vuole diventare una mera
curiosità statistica, potrebbe ingenerare una riflessione sulle forme della
comunicazione politica al tempo della Rete. Confesso che la mia più grande
ambizione è quella di coniugare pedagogia e politica (ovviamente e
rigorosamente al di fuori del mio lavoro di docente). È un’ambizione “smisurata”:
essere uno dei tramite grazie al quale molti giovani possano avvicinarsi all’attivismo
civico, deponendo il legittimo disgusto derivato dalla degenerazione e dalla
corruzione della politica tradizionale, anche a Benevento.
Nello
stesso tempo sarei ben felice di poter avviare una ritessitura di ambiti che,
sia su scala nazionale che locale, appaiono irrimediabilmente scissi. Gli
sciocchi ritengono che possa esserci azione senza pensiero, senza idee, senza
analisi della realtà, senza studio. Come se leggere un libro, per fare un
esempio, non fosse un’azione potentemente trasformativa di noi stessi e,
dunque, della realtà circostante. Lascio a costoro la stolida illusione d’essere
uomini d’azione. Preferisco immaginare che, qui, ora, a Benevento, i giovani
che si appassioneranno alla cosa pubblica e decideranno di “agire”, sentano il
bisogno di trovare pensieri e parole all’altezza della sfida: sentano il
bisogno della storia e della filosofia, dell’archeologia e del greco, della
storia dell’arte e del latino.
Gli
studi più tradizionali e gli strumenti più innovativi.... Potrebbe essere una
buona sintesi della piccola “utopia concreta” che soggiace all’intervista.
3. Futuro prossimo: fare rete
Cosa
ci attende nell’immediato futuro? In primis, il ballottaggio che chiuderà una
tristissima campagna elettorale in cui entrambi i competitor rimasti in gara,
espressione dello stesso ceto politico professionale, hanno toccato il fondo,
non disdegnando il dileggio personale, e mostrando la povertà di proposta
politica. Come detto e ripetuto, io eserciterò il mio diritto di voto, perché è
costato sangue ai nostri nonni.
E
dopo? Dopo ci metteremo a studiare per essere all’altezza del mandato
affidatoci dagli elettori, vigileremo, proporremo con la grande ambizione (la
seconda!) di diventare il punto di riferimento delle migliori energie operanti
a Benevento nei più svariati ambiti. Un punto di riferimento nelle istituzioni
perché le battaglie sul territorio finalmente possano ricevere l’attenzione che
meritano. Ed è per questo che mi piacerebbe un atteggiamento non preconcetto
nei nostri confronti. Io credo che nessuno di noi abbia tutte le competenze
necessarie a “decifrare” i bisogni della città. Per questo è fondamentale
creare una “rete” di cui il M5S può essere un nodo, presente nel Palazzo con i suoi eletti e sul territorio con i suoi attivisti del Meetup. Di
qui il mio invito vibrante a tutti coloro che da anni si battono per l’ambiente,
per la tutela della bellezza, per la giustizia sociale. Facciamo rete!
Lavoriamo insieme sulle singole questioni, seguendo modelli già utilizzati con
successo (vedi la “questione mensa”). Quello che chiediamo, però, è che nessuno
pretenda di avere la guida dei processi, di ritenersi il detentore della verità
e della “giusta via”. Noi ci saremo con l’umiltà di chi entra per la prima
volta in istituzioni deturpate da un “potere inutile” ma anche con l’orgoglio
di aver avuto una legittimazione dal basso di cui tener conto. Questo è
accaduto non in virtù della fortuna o delle circostanze ma per il lavoro spesso
nascosto degli attivisti storici che, dall’estate del 2007, testimoniano i
principi e le prassi del MoVimento 5 Stelle. Se io siederò negli scranni del
Consiglio comunale di Benevento lo debbo al loro lavoro quasi decennale.
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