giovedì 9 giugno 2016

«Il prof di filosofia che ha fatto incetta di preferenze»: intervista al «Sannio»


Insomma professor Sguera, ci spieghi. Si può diventare un 'signore delle preferenze' senza avere sul tavolo un libretto medico, non una pratica forense o edilizia, né contratti di lavoro di dipendenti. Ma solo libri, di poesia o di filosofia. Come si fa? Se l'aspettava?

Non me lo aspettavo, lo confesso. Quindi lasciami ringraziare tutti coloro che si sono spesi, in particolare gli attivisti del M5S che hanno lavorato nell’ombra. Però lo considero un segno (ancora tutto da interpretare) di un possibile modo innovativo di praticare la politica. Cento euro: tanto è costata la mia campagna elettorale, tutta social, tutta di analisi e proposta, tutta focalizzata sul gruppo e non su di me. Al di là della mia persona, vorrei fosse un modello per i giovani. Contro l’illusione che i soldi comprino anche il consenso. Infine, mi piacerebbe che il linguaggio stesso della politica, mortifero, fosse innovato, contaminato con quello della poesia e della filosofia. Abbiamo bisogno di pensieri nuovi e parole nuove.

Passiamo alla politica. Nonostante vi fosse in città un potente vento di cambiamento, una volontà di rottura col sistema forse in Italia paragonabile solo a quella di Roma, M5S non entra mai in partita per il ballottaggio e deve accontentarsi della terza piazza, il risultato minimo. Perché?

Non sottovaluterei il risultato di Benevento. Abbiamo agito da forza extraconsiliare. Il reticolo familistico e clientelare è ancora potente. Viviamo, di fatto, in un grande paese. Immagino un “rivoluzione” molecolare lenta ma inesorabile, con il nostro piccolo manipolo che scava goccia a goccia la roccia, tira fuori gli scheletri dagli armadi della giunta Pepe-Del Vecchio, ma appoggi anche istanze condivisibili da chiunque provengano (siano esse il reddito di dignità, la mensa bio e a km zero o una soluzione ragionevole del problema dei senza-casa).

Mandi un messaggio a chi le dice: l'ho votata al Consiglio, ma l'avrei voluta votare come sindaco.

Per me è stato fondamentale confrontarmi con la scommessa delle preferenze. Dico loro: questo è l’avvio di un percorso. Spero di incontrarli tutti a breve e discuterne insieme, nello spirito del MoVimento 5 Stelle, insieme a Marianna. Panifichiamo la speranza, per dirla con Char. Il passato non mi interessa. Altri possono farlo se vogliono. A me non interessa più.

Ultima domanda: dibattito interno ai 5 Stelle. Vi aprirete o come fino alle Comunarie vi rifugerete in un silenzio oggettivamente un po' settario.


Non condivido la critica. Al contrario. Io credo che la nostra comunicazione diffusa, molto social, sia un passo avanti rispetto al resto. Noi parliamo tantissimo! Ma non centralizziamo la comunicazione. Per il resto, smaltiamo le tossine di questi mesi e ci mettiamo al lavoro per pianificare le priorità da portare in Consiglio e, per quanto mi riguarda, un rapporto nuovo con i MeetuUp della provincia e la chiamata a raccolta di una nuova leva giovane di attivisti. Nel 2021 si compirà la rivoluzione gentile appena iniziata.

(Intervista a cura di Antonio Tretola apparsa su «Il Sannio» dell'8 giugno 2016)

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