venerdì 3 gennaio 2014

teoria e prassi




In un adolescente è già tanto iniziare ad avere consapevolezza che “un altro mondo è possibile”. Poi c’è tempo per adeguare i comportamenti: non è tanto facile. Ci possono volere anche anni. Almeno così è stato per me. Però è molto importante iniziare ad avere consapevolezza, iniziare a vedere le cose diversamente. Poi ci sono moltissime resistenza da vincere: l’educazione ricevuta, l’emulazione, la paura di uscire fuori dal coro. Dietro l’anticonformismo di facciata (il piercing, i pantaloni strappati ecc) si nasconde un conformismo di sostanza. E andare «in direzione ostinata e contraria» richiede sacrificio, capacità di reggere la critica. Quindi si inizi dalla consapevolezza. Si lavori sulle idee. Poi verrà il resto. Che i giovani siano comprensivi con se stessi.
La consapevolezza deve precedere l’azione. Questo il compito del pensiero, della filosofia: vivere con consapevolezza. Poi ci vuole tempo perché ci sono zone cristallizzate del nostro essere. L’uomo, insegna Aristotele, è un essere abitudinario. Esempio: io sono diventato vegetariano a 17 anni. Non è accaduto in un giorno: prima nacque la confusa consapevolezza che gli animali soffrono, e che io ero causa indiretta della loro sofferenza, poi gradualmente inizia ad eliminare, senza dire nulla a casa, alcune carni (maiale, vitello, pollo), poi il pesce, poi, dopo alcuni mesi, tutto, diventando esplicito nella scelta. 
Lotto nelle mie lezioni - da cristiano (un’altra contraddizione?) - qualunque “provvidenzialismo”. Se Dio è morto in croce, se Dio ha abbandonato i “sommersi” ad Auschwitz, quale Provvidenza dovrei cogliere nella storia? Cerco di far crescere cuori impavidi, che non temono di sporcarsi le mani per rendere migliore il mondo, senza alcuna garanzia che questo debba accadere. Se c’è un disegno nella storia, io non posso conoscerlo. Ma posso agire, qui ed ora, per rendere più umano il pezzo di mondo avuto in sorte. Questo è il principio-responsabilità. Che si regge su quella incertezza di cui meditava il capitano Staros ne La sottile linea rossa. Bisogna agire come se nella storia non ci fosse alcun telos (né immanente - Hegel, Marx - né trascendente - l’ebraismo, il cristianesimo). Noi diamo senso alla storia con il nostro agire.



 (Dal Quaderno del 2007)

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