La
diatriba tra Del Basso De Caro (che ha oramai esautorato definitivamente
Raffaele Del Vecchio, divenuto trasparente) e Mastella su quella che potremmo
definire “questione morale” appare francamente grottesca. Entrambi, insomma,
parlano da improbabilissimi pulpiti, e farebbero bene a tacere, guardando le rispettive liste, e al netto delle persone perbene che ci sono (e ci mancherebbe!) in entrambi gli schieramenti.
Sarà
sintomatico della scarsa trasparenza dei due candidati, d’altronde, il fatto
che sono gli unici, fino ad ora, a non aver aderito alla campagna “Sai chivoti?”.
Ciò
che appare particolarmente surreale è che si cavalchino temi che, quando sono
appannaggio del MoVimento 5 Stelle, vengono tacciati di essere espressione
dell’antipolitica. D’altronde, già cinque anni fa l’allora candidato Sindaco
del Patto per il Territorio, sostenuto dal Viespoli e Mastella, oggi avversari,
Carmine Nardone, denunziò ripetutamente il rischio di infiltrazioni malavitose
a Benevento. Esiste un rimedio contro questo rischio? In primis, deporre ogni
tentazione di espansione urbana. L’esatto contrario di quanto propagandato da
Del Vecchio, che sogna la città di 100.000 persone. Benevento ha bisogno di
essere riqualificata e rigenerata, non ampliata. Il territorio non deve essere
più consumato e devastato. Urge un mutamento radicale di indirizzo, dopo
l’infausto decennio pepiano, vissuto all’insegna del mattone (e non a caso
culminato nello scandalo “Mani sulla città”, in cui è emersa l’esistenza di una
cupola politico-imprenditoriale).
La
percezione complessiva è che i temi della campagna elettorale siano mutuati dai
programmi nazionali e locali del M5S. Penso al reddito di dignità (o comunque
lo si voglia chiamare) o alla riduzione dei costi della politica. Come ha
detto, però, Luigi Di Maio, ospite a Benevento in una entusiasmante serata, i
programmi possono essere anche tutti uguali: ciò che conta sono le persone che
li portano avanti.
Si badi: io ritengo che il programma di governo per la città
del M5S sia molto più avanzato degli altri, perché si fonda su una visione dei
problemi (dalla mobilità al territorio, dalla trasparenza all’uso della rete)
che è lontanissima da quella dei partiti “tradizionali”. Nello stesso tempo
sono persuaso che, a parità di proposta, mentre la nostra risulta credibile,
perché incardinata in una storia coerente, quella di altri soggetti risulta
essere flatus vocis. Il modo di lavorare delle Commissioni, ad esempio, è moto discutibile. Il frutto di tale lavoro in alcuni casi è nullo. Si pensi alla più scandalosa di tutte: quella sulla per i debiti fuori bilancio.
Il M5S si propone come
obiettivo principale l’abbattimento dei costi della politica. Quando saremo
dentro il Palazzo sarà nostro compito vigilare perché non siano dissipati i
soldi della comunità.
Nella
carica dei 500 è difficile cogliere, per i più motivazioni ideali. Purtroppo le
candidature, spesso nate il giorno precedente la presentazione delle liste, c’è
un po’ di tutto. La politica continua ad essere percepita come una spinta per
la propria professione o addirittura come una professione. E come biasimare chi
emula un Clemente Mastella, eletto per la prima volta nel 1976, o un Raffaele
Del Vecchio, entrato in consiglio per la prima volta nel 2001? La politica è
una “professione”... Che non necessita, a quanto pare, di particolare
preparazione. Preferibile un bell’aspetto, una folta parentela, una clientela
fedele...
È
difficile prevedere cosa accadrà il 5 giugno. Una città ha i politici che si
merita, indubbiamente. Non so se ce la faremo a mandare a casa “il potere
inutile” del centrosinistra beneventano, responsabile del fallimento dell’AMTS,
del disastro della mensa, dello scempio del Malies, il centrosinistra che non
ci fa conoscere il reale indebitamento del Comune. Non so se ce la faremo ad
evitare che Clemente Mastella trovi finalmente, dopo qualche anno di panchina,
uno spazio libero. Dal mio punto di vista sarebbe una iattura. Posso solo dire
che il M5S, qualunque sia il ruolo che i cittadini vorranno affidargli, farà una
rivoluzione. Se governerà la città la risanerà con la forza della legalità e
ricette economiche fedeli alla storia della città. Se sarà opposizione non farà
sconti.
Mai
come ora, dunque, «per aspera ad astra».
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