mercoledì 11 maggio 2016

Diario politico 21 (Il "biscotto" Mastella-De Caro)





Quando Clemente Mastella decise, dopo attenta preparazione sondaggistica e mediatica, la discesa in campo come Sindaco di Benevento, ultima chance per rientrare nel gioco da cui la mancata rielezione della signora Lonardo, sua consorte, ha escluso la famiglia, dichiarò che non avrebbe accettato confronti pubblici con i candidati Sindaci. Una scelta legittima, per carità. Stupisce, dunque, maggiormente l’uscita dell’altro ieri, l’appello al confronto sui grandi temi, auspicando un accordo preventivo su strategie che tutti si impegnerebbero a mettere in campo dopo le elezioni. 

È credibile che il vero motivo sia «il bene del paese» come direbbe l’onorevole Cocchetelli de Il turco napoletano)?


Cosa spiega questo mutamento radicale di atteggiamento? Provo a dire la mia, e a spiegare perché l’appello di Mastella è irricevibile.
La mia impressione è che egli abbia due timori. Da una parte è ben consapevole che, se la sua figura “tira” in alcune fasce di popolazione, le quattro liste che lo sostengono non possono competere con la “macchina da guerra” messa su da Umberto Del Basso De Caro. Mette, dunque, le mani avanti, per accordi futuri che, in caso di vittoria, possano consentirgli di governare senza un’opposizione dura. Dall’altra, sa bene che l’incognita del M5S rende complicato fare pronostici. Per dirla, dunque, in una parola: paura. Di qui l’appello che in realtà è rivolto in primis a Del Basso De Caro, non a caso solertissimo nel rispondere, al punto da far pensare a tempi concordati tra i due amici/nemici (ed è emblematico che abbia risposto lui è non il sempre più debole Raffaele Del Vecchio, definitivamente esautorato dopo questa uscita del dominus). La voce del padrone, insomma, di colui che detta la linea.
Insomma, en plein air i due potenti stanno ponendo le premesse per un patto in virtù del quale il ceto di politici professionisti che supporta l’uno e l’altro schieramento si accorda per la spartizione di incarichi e poltrone contro l’unico soggetto che può far saltare il tavolo, il M5S.
Non inganni il successivo intervento di Carmine Valentino, segretario provinciale del PD. È il consueto gioco del poliziotto buono (Del Basso De Caro) e del poliziotto cattivo (Carmine Valentino), che in questo caso serve anche a tranquillizzare l’anestetizzato elettorato di sinistra che mal digerirebbe l’ennesimo accordo con Mastella.
Sia il ceppalonese che il sottosegretario ribadiscono che la politica non è solo scontro. Ma non si dà politica senza polemica e senza progetti alternativi. Le liste dei due schieramenti raccontano che, al di là delle apparenze, si tratta di un unico ceto politico. Si ritrovano ex mastelliani di ferro nelle liste del centrosinistra (De Pierro, la Fiengo, ad esempio) e viceversa. Anche la storia dell’ultimo quinquennio ci racconta di un’opposizione balbettante, poco coesa, funzionale nella sostanza alla maggioranza, e pronta a farne parte con le prossime elezioni.
L’appello è irricevibile, dunque, prima di tutto perché viene da un professionista della politica che ha deciso di contrastare con questa candidatura un malinconico declino politico avviatosi nel 2011. Benevento ha bisogno di una nuova classe dirigente fatta di cittadini attivi prestati alla politica, competenti a innamorati veramente della propria città.
Se Mastella sta tendendo la mano al suo antico avversario, Umberto Del Basso De Caro, perché «cane non mangia cane» non fa altro che svelare quanto già si sussurra. 
E d’altronde ci si proietta anche verso la partita grossa del 2018 (che auspichiamo anticipata se il governo Renzi non dovesse superare l’esito referendario). Del Basso De Caro avrà bisogno di tutto il sostegno per essere rieletto. E in tutto questo sicuramente Fausto Pepe sta facendo il buon ufficio del frontaliere fra uno schieramento e l’altro. 
Il nemico è altrove. Il nemico è il MoVimento 5 Stelle. Lì il pericolo che il giocattolo venga tolto di mano a chi, con casacche e sotto bandiere diverse, l’ha sempre gestito. Lì il pericolo che finalmente si faccia chiarezza, seriamente, sui conti del Comune, lì il pericolo che privilegi e rendite di posizione vengano spazzati via.
Quello che sta accadendo a Benevento è il riflesso di quanto accade in Italia. Superate le distinzioni “ideologiche”, stinte addirittura le provenienze, ci sono solo due opzioni.  La “terza repubblica” si fonderà su questa contrapposizione. 



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