giovedì 18 giugno 2020

Ricomincio da capo [πολιτική]

«Ci sono persone che hanno il senso del tempo come nel film Il giorno della marmotta».
Giustamente i giornalisti hanno interpretato l’affermazione di Beppe Grillo come una feroce critica all’uscita di Alessandro Di Battista che reclamava un congresso del M5S.
L’espressione sta diventando usuale e, come spesso capita, viene utilizzata anche da chi non ha visto il film. Si tratta di una commedia divertente, perfetta da utilizzare a fini didattici (per i problemi morali ma non solo che pone), che ha avuto un meno felice remake italo-spagnolo con Antonio Albanese
Il titolo del film originale suona: Ricomincio da capo (potrebbe essere una profezia!). In sintesi, è la vicenda di un insopportabile metereologo, inviato punitivamente a fare cronaca di un evento marginale (Il giorno della marmotta, appunto), che frustra le sue smisurate ambizioni. Inspiegabilmente, egli si trova imprigionato nella ripetizione del medesimo giorno, in cui accadono, intorno a lui, sempre le stesse cose. Filosoficamente potrebbe essere una visione meno tragica di quella proposta da Nietzsche dell’eterno ritorno dell’uguale. In realtà, il regista, il compianto Harold Ramis (uno dei Ghostbusters), racconta come una riflessione seria su di sé possa trasformarci, rendendoci migliori. Soprattutto il protagonista impara ad esercitare empatia, a guardare oltre il suo esigentissimo naso e, finalmente, a capire i bisogni altri. Insomma, dal narciso bello e ambizioso sboccia un uomo. Alla fine di questo processo di metamorfosi, dalla bestialità dell’egoismo all’umanità dell’altruismo, può uscire dal “circolo” e rientrare arricchito nella linearità del tempo.
Ora, sicuramente Grillo ha visto il film. Non credo che però, utilizzando nella maniera oramai usuale e passata nell’eloquio comune, si sia reso conto che «il senso del tempo» evocato dal film è altamente pedagogico. Il Dio che presiede l’immaginario cinematografico, il Dio che rende tutto possibile, imponendoci la sospensione dell’incredulità, ha fatto sì che Phil Connors, confrontandosi con tutti i suoi possibili sé, quello edonistico e quello suicida, alla fine diventi realmente il se stesso migliore. 
Allora, un po’ come l’espressione «in bocca al lupo», di cui abbiamo imparato una interpretazioni ecologica e animalista (non esiste luogo più sicuro della bocca di mamma lupa per i cuccioli), rimanere nella temporalità del giorno della marmotta potrebbe voler dire che possiamo diventare migliori, che ci viene data una seconda, magica opportunità. Ma, appunto, queste cose, purtroppo, accadono solo nel cinema.

Nessun commento: