domenica 14 giugno 2020

Rivedere la miniserie "Watchmen" per capire l'America oggi

Le vicende statunitensi di questi giorni riportano prepotentemente alla ribalta l’intuizione su cui Damon Lindelof ha costruito il suo Watchmen, evento televisivo spartiacque, capace di entrare nel profondo delle contraddizioni a stelle e strisce, dialogando con il capolavoro di Moore e Gibbons in assoluta autonomia.

Il fumetto, pubblicato tra il 1986 e il 1987, che noi leggemmo su uno spillato allegato a «Corto Maltese» una paio di anni dopo, in una feroce ucronia - che ribaltava tutti gli stereotipi supereroistici – metteva in scena le paure legate alla “guerra fredda” e alla minaccia del conflitto nucleare (nel 1983 era uscito il mediocre filmicamente ma shoccante The day after).
Lindelof, immaginando un 2019 ucronico (in cui Robert Redford è il Presidente degli Stati Uniti), accanto ad alcuni protagonisti invecchiati (male!) del fumetto, inventa nuovi personaggi, collocandoli al centro della storia che si snoda intorno ad una cospirazione “suprematista”. La sesta puntata della miniserie, incentrata sulla figura chiave di “Giustizia Mascherata”, vigilante “nero”, costretto a dissimulare la sua identità (razziale e sessuale) è un capolavoro assoluto che disvela l’ipocrisia su cui la società americana si regge e che finisce col riprodurre, proprio perché non vuole vederli, i medesimi orrori, con un ciclicità impressionante.
La scelta di Lindelof relativa al Dottor Manhattan rappresenta l’emergere di una “cattiva coscienza” che sente il bisogno (positivo e ammirevole, sia chiaro!) da parte dei bianchi di risarcire “il lato oscuro” della loro patria.
L’invito fervente, dunque, è a rivedere questo capolavoro o a vederlo per chi l’avesse perduto. La minaccia vera è certo costituita anche da una tecnoscienza priva d’anima che gioca a fare dell’uomo Dio, ma soprattutto è in una male antico, lo stesso che portò alla strage di Tulsa, e che spinge i riveriti tutori della legge a nascondere in comparti segreti dei loro armadi le tuniche del KKK…




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