2 febbraio
Devo
accettare l’inverno del mio corpo e del mio spirito... Le stagioni sono un
evento del cosmo e dei corpi.
3 febbraio
Torna
l’antica domanda. Chi sono io? Che cosa voglio essere... ancora? Sono nel mezzo del decennio delle nuove domande di senso
[...].
Non
c’è prospettiva, studio, costruzione, progetto. C’è una pigra quotidianità che
spesso procede per sussulti, con fughe oniriche, desiderio di dormire,
chiudendo la stanza da letto a chiave per intere settimane. È improbabile
pensare ad un’uscita volontaristica da questa condizione di sofferenza fisica e
psichica. Le due cose, d’altronde, sono assolutamente correlate [...].
Non
riesco ad accettare il fatto che, in trent’anni la mia struttura sia rimasta
immutata, il nucleo del mio essere. Eppure i cambiamenti sono stati tantissimi
nella “esteriorità” della mia vita [...].
Dovrei
avere il coraggio di ridefinire le priorità. Dirmi con chiarezza cosa voglio
essere nella seconda parte della mia vita. In fondo, è questa mancanza di
chiarezza che crea danni. Cosa voglio essere? Cosa voglio essere? O dovrò
aspettare, come altre volte, che sia la vita a decidere per me? Eppure, quel
che volevo essere nella prima parte della mia vita, a fatica l’ho realizzato,
male in alcuni casi, ma l’ho realizzato [...].
Non
oso scrivere di un periodo “lustrale”, come mi capitava in passato. Avendo
sperimentato quasi tutte le vie spirituali cui potevo ambire, mi accontento
della piccola fedeltà mattutina ad un Dio che ringrazio, comunque, per i doni
che mi ha fatto. In fondo, come ho scritto anche in passato, se dovessi morire
ora, non potrei non dire di aver avuto una bella vita. È che sembra mancargli
il fuoco, il sale, lo “spirito” che vivifica.
15 luglio
Ho
bisogno di un mese e mezzo di lavoro su di me, di letture, di meditazione, al
limite di scrittura. Questo deve accadere contestualmente al lavoro sul corpo [...].
È
fondamentale ricominciare a focalizzare obiettivi che diano “senso” alla mia
esistenza. Navigare a vista non ripaga, ovviamente [...].
È
possibile lasciare che il lavorio interiore continui da sé, senza alcuna
disciplina? L’estate sarà decisiva anche per questo. Trovare le mie preghiere,
i miei riti [...].
Oggi
in campagna senso di profondo benessere. Solo San Cumano ristora il mio cuore
ferito o stanco.
16 luglio
In
me confliggono, spesso la dimensione “apostolica”, predicatoria, e quella
riflessiva. Per questo è necessaria una fase di “depurazione” e di pubblico
silenzio [...].
Quali
ambizioni si agitano in me? A livello immediato, epidermico, direi: stare bene
col corpo. Riuscire, finalmente, ad avere un corpo asciutto, come mai ho
percepito in vita mia [...].
Nello
stesso tempo, dovrei sempre ricordare che è inutile fare attività fisica se non
metto sotto controllo l’alimentazione. Anche qui oscillazioni abbastanza
emblematiche della mia incapacità di “radicalismo”. Ma è sempre la “testa” che
comanda... È il mio rapporto col cibo, per quanto molto addomesticato, resta
complesso, come con il sesso. Io avverto, nel corso delle giornate la mia
testa, il mio stomaco e il mio ventre. I loro dolori e i loro richiami. Avere
più cura del resto, ma anche imparare ad ascoltare sul serio, non solo
“rispondere” sì ad ogni chiamata. Sarebbe bello, ad esempio, ripristinare un
digiuno settimanale: per lo spirito e per la carne. Un momento “lustrale”.
Questo è lo schema conficcato in me dall’infanzia. Di questo non potrò mai
liberarmi. Posso solo imparare a farne buon uso. Purificarsi...
Nessun commento:
Posta un commento