sabato 3 marzo 2018

La rivoluzione gentile 30 (Ad astra)

Ho da sempre il bisogno di raccontare (in primis a me stesso) una storia quando essa giunge a termine. Potrei aspettare domani notte, ma l’ordalia che accadrà sarà, in ogni caso, un inizio, un’altra storia da raccontare.
Per quanto mi riguarda, questa campagna elettorale è il compimento del quinquennio alle spalle. Fu proprio la delusione delle scorse elezioni, la decisione di non credere più in una sinistra sempre più autoreferenziale e senza popolo, zattera per il salvataggio di un ceto partitico che si nasconde dietro nobili ideali, che mi spinse ad aderire – all’inizio con molte remore – al Movimento 5 Stelle. Nel corso del tempo il mio sarebbe diventato un impegno a tempo pieno, culminato nell’elezione a consigliere (2016). Il mese alle spalle è stato periglioso. Abbiamo tutti noi attivisti vissuto e agito dall’interno una profonda trasformazione, una crisi di crescita: il passo indietro del fondatore, l’incontro con la “società civile”. Difficile da accettare per molti. Io sono entusiasta. Al di là della campagna elettorale mediaticamente perfetta, che ha costretto gli altri ad inseguire, mi persuade il Programma del M5S, soprattutto sul tema del lavoro, del reddito, delle scelte economiche, dell’ambiente e dell’innovazione tecnologica.
Ieri Luigi Di Maio ha detto: «Voliamo alti». A me piace anche un'altra immagine che spesso usa un mio maestro anch’egli vicino al M5S, Marco Guzzi: «Bisogna essere con la testa tra le nuvole e i piedi ben piantati per terra». Visionari e realisti. Questo l’augurio che faccio a me stesso e ai miei compagni di strada.

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Qui tutti gli interventi scritti in questo mese.

La rivoluzione gentile 19 (Dove il sentiero non c'è ancora...)










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