Ho da sempre il bisogno di raccontare
(in primis a me stesso) una storia quando essa giunge a termine. Potrei
aspettare domani notte, ma l’ordalia che accadrà sarà, in ogni caso, un inizio,
un’altra storia da raccontare.
Per quanto mi riguarda, questa
campagna elettorale è il compimento del quinquennio alle spalle. Fu proprio la
delusione delle scorse elezioni, la decisione di non credere più in una
sinistra sempre più autoreferenziale e senza popolo, zattera per il salvataggio
di un ceto partitico che si nasconde dietro nobili ideali, che mi spinse ad
aderire – all’inizio con molte remore – al Movimento 5 Stelle. Nel corso del
tempo il mio sarebbe diventato un impegno a tempo pieno, culminato nell’elezione
a consigliere (2016). Il mese alle spalle è stato periglioso. Abbiamo tutti noi
attivisti vissuto e agito dall’interno una profonda trasformazione, una crisi
di crescita: il passo indietro del fondatore, l’incontro con la “società civile”.
Difficile da accettare per molti. Io sono entusiasta. Al di là della campagna
elettorale mediaticamente perfetta, che ha costretto gli altri ad inseguire, mi
persuade il Programma del M5S, soprattutto sul tema del lavoro, del reddito,
delle scelte economiche, dell’ambiente e dell’innovazione tecnologica.
Ieri Luigi Di Maio ha detto:
«Voliamo alti». A me piace anche un'altra immagine che spesso usa un mio
maestro anch’egli vicino al M5S, Marco Guzzi: «Bisogna essere con la testa tra
le nuvole e i piedi ben piantati per terra». Visionari e realisti. Questo l’augurio
che faccio a me stesso e ai miei compagni di strada.
* * *
Qui tutti gli interventi scritti
in questo mese.
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