Caro Nicola, [...] dopo In
quieta ricerca non ho smesso di seguire un itinerario di domande e risposte
possibili, a partire dalle tracce che hai lasciato in quel libro.
E ora non si torna indietro dopo queste poesie, che
hanno dato corpo a paure, angosce, illusioni.
La preghiera impetrata a un Dio perché Dio sia; la Vita
tradita nelle esistenze considerate minori; il senso di protezione effimero,
eppure necessario da infondere a chi ne ha bisogno per crescere sorridendo;
l'altro che non è più ritmo di tempesta, ma di onda che culla rassicurante; il
gelo dell'ultimo respiro. Lo sguardo su chi inconsapevole è già ciò che resta
di noi. Traslati di memoria buoni e cattivi come i giorni della vita. Le tue
parole hanno scolpito le mie sensazioni, liberandole, ma legando me. I tuoi
versi hanno tracciato l'identità di un uomo che si muove nella fragilità dei
nostri tempi con trasparenza e disincanto, senza conoscere la resa, seppure
combattendo con armi da sconfitta.
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