mercoledì 4 gennaio 2017

radici nel cielo: i Musicalia hanno 40 anni


Il 2 gennaio i Musicalia hanno presentato nel suggestivo spazio del Mulino Pacifico il libro che celebra i quarant’anni della loro ricerca musicale (iniziata nel 1976), E venne il canto nuovo.
Ho avuto il privilegio di scrivere un breve contributo, molto personale, accanto a firme prestigiose che hanno accompagnato questo lungo percorso musicale.
Lo chiudo con queste parole:

«A i Musicalia dobbiamo essere riconoscenti. Il loro certosino lavoro è un lavoro da una parte di custodia del passato – simile a ciò che fecero gli amanuensi medievali, ricopiando gli antichi papiri romani e custodendoli nei loro monasteri, dall’altra di sua rivitalizzazione, di “tradizione/tradimento” alle nuove generazioni, come plasticamente dimostrato dall’ingresso nel gruppo delle nuove generazioni di Ciervo con il loro bagaglio di altra musica, di altra strumentazione. E, dunque, “vecchi” e giovani Ciervo: grazie!»

Ricordo che alcuni pezzi del loro repertorio sono parte integrante del mio “ignorante” amore per la musica. O tiempo che vò chiove, O' giocatore, Antidotum sono tra i pezzi che mi capita più naturalmente di fischiettare (io, come sanno i miei alunni, quando sono sovrappensiero fischietto...).
Nella nota biografica hanno ricordato (e mi ha fatto piacere) che fui uno dei pochi a protestare per la chiusura immotivata di “CantarPasqua”, una memorabile rassegna di musica popolare che portò in città grandi artisti di tutto il mondo.  La nostra è una città "smemorina"...
Il libro è gradevolissimo nella varietà dei contributi (tra gli altri Gaetano Cantone, Giancristiano Desiderio, Danila De Lucia, Michelangelo Fetto, Nazzareno Orlando, Melania Petriello, Franco Piazza, Ernesto Razzano).
 A impreziosirlo un’introduzione, che racconta la storia del gruppo, e, in chiusura cinque paginette con una dettagliata ricostruzione dei premi, delle partecipazioni ai festival, dei libri, delle opere teatrali e (soprattutto!) dei dischi (12, cui aggiungere le partecipazioni a importanti antologie come Tribù italiche).


Ha scritto Antonio Conte nel suo contributo, che dà il titolo al libro:

«La storia dei "Musicalia" ci parla di impegno, di convinzione irriducibile, di tensione necessaria verso l'armonia, sempre da inverare, nella ricomposizione del messaggio».



P.S.

Come ho avuto modo di dire ad Amerigo, ci sono stati, nel concerto del 2, dei momenti ipnotici, tutti musicali, che nascevano dall'alchimia del violino elettrificato di Corrado e dal flauto di Rosalidia. Le vie del Signore e quelle della musica sono infinite. Intelligenti pauca.

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