Diventare adulti
Diventare adulti non è un
fatto anagrafico. Ci sono adolescenti già adulti e persone mature ancora
“immature”. Essere adulti significa accettare la responsabilità delle proprie
azioni. Sapere che ogni cosa che fai ha una conseguenza (positiva o negativa)
di cui devi portare il peso.
Maturando cambia la percezione del tempo e si impara anche ad accettare
che le lancette non si fermino mai, ma anzi scorrano sempre più velocemente.
Fughe
Nei momenti difficili della
vita sogneremo sempre un altrove collocato nel pre- o nel post-. Le forme più
radicali di questo altrove sono il paradiso uterino in cui vivemmo per nove
mesi e quello “religioso”, dove cantiamo con i beati o giacciamo con le
vergini. La regressioni è un bisogno incoercibile per la psiche umana. Ma il
sogno può essere solo piacevole, solo la vita vera (incarnata!) dà la felicità.
Che è sempre la fine di un percorso aspro. Per
aspera ad astra, dicevano gli antichi. Per
crucem ad lucem. Scoprirete la profonda e sofferta felicità della vita e
dell’essere adulti responsabili.
Gli adulti, anche se
conservano persone vicine, sono soli perché le decisioni sono quasi sempre
prese in solitudine (quelle importanti). Archetipo di questa solitudine è
l’Abramo di cui parla Kierkegaard, che decide da solo di obbedire a Dio e
sacrificare il suo unico figlio Isacco.
Paradiso uterino
La regressione uterina, il
paradiso amniotico è, probabilmente, la più potente immagine “utopica” che
esista: annullamento dell’io, benessere, pace, silenzio... Dunque è normale
sognare di tornarvi, in forma simbolica. Quando l’uomo fa l’amore non sta
cercando anche di riaprire la porta del paradiso da cui fu cacciato?
Freud
Questo è uno dei motivi per
cui considero Freud (anche se ne condivido la visione complessiva del mondo)
uno degli autori decisivi della cultura occidentale. Perché ci ha insegnato a
fare i conti con quel lato in ombra del nostro essere che solo i poeti prima di
lui avevano esplorato, preferendo la filosofia avviarsi (da Socrate in poi, per
certi versi) sulla via della razionalità assoluta, della chiarezza, della
autotrasparenza. Che è impossibile. Noi non potremo mai conoscerci fino in
fondo. Non potremo mai rispondere compiutamente alla domanda: chi sono io? Per
certi versi noi siamo vissuti, siamo eterodiretti da zone della nostra
psiche di cui non siamo padroni (gli istinti!). Ma con questo bisogna fare i
conti, e con la nostra primissima infanzia, dove si decise, in grossa parte,
ciò che saremmo stati dopo.
(Dal Quaderno del 2007)
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