lunedì 5 novembre 2012

"In quieta ricerca" XI


Questa raccolta di brevi scritti di Nicola Sguera parla di un unico tema, e cioè dell’attraversamento di una soglia, di un rivolgimento interiore e al contempo planetario che stiamo sopportando tutti insieme, dentro una spessa caligine di inconsapevolezza, e cioè senza una cultura che illumini il senso del transito in atto.
Concentrando la propria attenzione sulla natura di questo tempo estremo, in cui ciascuno di noi convive con uno stato terminale e con un barlume di auroralità, il libro non può che riferirsi a quegli autori che lungo il XX secolo si sono dedicati alla passione escatologica di una fine che segnala alle orecchie davvero deste i presagi di un avvento. Ad esempio Martin Heidegger negli anni ’50 scriveva: «Se penseremo in base all’escatologia dell’essere, dovremo un giorno aspettare l’estremo del mattino nell’estremo della sera, e dovremo imparare oggi a meditare così su ciò che è all’estremo».
Purtroppo questa riflessione sul senso delle varie fini in atto (fine delle ideologie, della modernità, dell’Occidente, della storia delle guerre, del matrimonio patriarcale, di un certo cristianesimo, della democrazia liberale, ecc.) è ancora molto carente, e questa povertà di pensiero spiega la depressione psichica prima che economica, e spirituale prima che culturale, dei popoli europei.
Nicola perciò si concentra su quei “maestri eretici” che invece si sono consacrati alla sperimentazione fisica, direi, del proprio trapasso, e della transizione antropologica in cui siamo centri-fugati come in un vortice tremendo: da Bonhoeffer a Kuhn, da Char a Tarkovskij, da Simone Weil a Morin, e così via.
Che cosa unisce questi ricercatori così estremi?
Proprio la loro dedizione, la loro sensibilità ai moti sottilissimi del Nascente, di quella umanità rinnovata che sta tentando di emergere in noi e sul pianeta terra, per sostituirsi a forme di conoscenza e di convivenza ormai del tutto inadeguate, stantie, false, e sostanzialmente insostenibili.
Questi autori di conseguenza vivono sul limite dei tempi, sulla soglia, ed esorbitano da ogni ripartizione accademica dei saperi, in quanto il Nascente sconvolge proprio quelle frontiere mentali che abbiamo edificato lungo i secoli tra scienza e visione, tra poesia e verità, tra spirito e materia, tra contemplazione e trasformazione del mondo.
Nicola in sostanza non vuole distrarsi, non vuole “fare letteratura”, e non può neppure “filosofare”, perché percepisce con troppa sofferenza, dentro le fibre emotive della propria carne, il tracollo di un’epoca intera, e l’urgenza di un rovesciamento senza precedenti.
In tal senso i suoi sono scritti rivoluzionari.
Il termine Rivoluzione va infatti assolutamente recuperato, purificandolo dalle deformazioni, dalle limitazioni concettuali, e dalle violenze in cui lo abbiamo interpretato negli ultimi trecento anni.
La Rivoluzione è invece innanzitutto un moto di Ritorno, un termine astronomico, che ci indica che torniamo però andando in avanti, come diceva Char: il ritorno è in avanti.
La Rivoluzione in atto è una trasformazione antropologica, la fine di un’intera figurazione storico-culturale dell’umanità. La Rivoluzione è cioè un’onda in cui siamo già tutti coinvolti, a noi spetta solo di collaborare a questa transizione, e cioè di comprenderne e di facilitarne la direzione evolutiva.
Partecipare consapevolmente a questa Rivoluzione significa insomma impegnarsi attivamente nella propria e al contempo cosmica guarigione, e cioè nella trasformazione, cellula per cellula, di tutte le nostre distorsioni, paure, rabbie, disperazioni, e conseguenti distruttività. È un immenso lavoro interiore e insieme culturale, e alla fine necessariamente anche politico. Questo è in realtà il novum, ancora non ben individuato, del XXI secolo: dobbiamo comprendere che la rivoluzione indilazionabile di tanti assetti violenti e ingiusti di questo mondo non può procedere se non è accompagnata e ispirata ad ogni passo dai processi della nostra più intima e quotidiana liberazione interiore.

Marco Guzzi

Marco Guzzi è poeta e saggista. L’ultimo suo libro è Il cuore a nudo.

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