I fatti. Tre giorni fa una persona ci fa pervenire foto di
un volantino in cui si annunzia gita a Predappio in partenza ad aprile da
San Leucio (del Sannio) con la presenza del parroco di San Giovani di Ceppaloni (per altro frequentata anche dal Sindaco di Benevento, Clemente Mastella), Padre Robert, e visita alla tomba del
Duce.
Nel volantino ci sono una serie di (molto interpretabili) suggerimenti ai
partecipanti (per esempio osservare il silenzio dove c’è la
videosorveglianza...).
Io e Marianna (Farese) ne parliamo e riteniamo la cosa degna di
essere segnalata all’opinione pubblica.
Scoppia il pandemonio nel mondo reale e nel mondo virtuale.
Padre Robert viene raggiunto da giornalisti: dichiara tante cose (molte
discutibili), alla fine getta la spugna. Non andrà a Predappio. In rete il
variegato mondo fascista e neo-fascista ci riempie di contumelie.
In particolare una storica militante della destra
beneventana, Ida Santanelli, articola una surreale argomentazione: poiché i
consiglieri pentastellati non hanno votato contro la dichiarazione di dissesto
(a suo dire sicuramente evitabile) non hanno diritto a parlare, men che mai di
una vicenda di così poco conto. Quanto accaduto per altro ha funzionato da
cartina di tornasole per far emergere quanta “nostalgia” (e aggiungo per molti:
quanta ignoranza storica) ci sia anche in altre formazioni politiche.
L’altra accusa, pure surreale e segno di una ingiustificabile ignoranza, non tollerabile in chi vuole essere classe dirigente, è che la segnalazione farebbe riemergere il mai sopito “comunismo” del sottoscritto.
L’altra accusa, pure surreale e segno di una ingiustificabile ignoranza, non tollerabile in chi vuole essere classe dirigente, è che la segnalazione farebbe riemergere il mai sopito “comunismo” del sottoscritto.
Questo post, dunque, vuole chiarire tre cose fondamentali. 1) Se il sacerdote ha deciso di tirarsi indietro
rispetto ad un impegno reso pubblico ci sarà un motivo. Questa scelta (al di là
di quanto accadrà eventualmente nelle prossime settimane) è la clamorosa e
inconfutabile prova che abbiamo fatto bene a rendere pubblico quanto
segnalatoci.
2) I consigli e le morali su cosa possiamo e
dobbiamo fare le rispediamo ai mittenti (che per altro non hanno brillato, ad
essere teneri, neanche nella sfida elettorale). Non ci servono patenti per
svolgere il nostro incarico. Soprattutto da chi critica Mastella e poi ci si
allea ora per governare il Paese.
2) L’antifascismo è l’esperienza su cui è nato
questo Paese. Ha avuto tante anime. E per saperlo basta leggere un manuale di
storia, non sterminate bibliografie. Pensare che sia stato solo comunista
denota o malafede o ignoranza. Ed è difficile capire cosa sia peggio. Le mie
scelte sono irrevocabili. Lo è l’attivismo nel Movimento 5 Stelle. Lo è, da
lunghissimo tempo, l’antifascismo, che per me non è negoziabile. Il che non mi
impedisce di lavorare gomito a gomito con persone che hanno percorsi politici
diversi dal mio e apprezzarne l’integrità morale.
Cosa è stato per me il fascismo? Parte del
“male assoluto” sicuramente. Insieme ad altre esperienze storiche, di destra e
di sinistra ovviamente, che sarebbe lungo elencare. Da docente di storia questo
non mi esime, quando nell’ultimo anno affrontiamo l’argomento, dal raccontare a
tutto tondo questo fenomeno complesso (che per altro non fu «malattia», come
erroneamente ritenne Croce, ma compimento di storia lunga dell’Italia
ottocentesca). Ad esempio, faccio pensare ai ragazzi alla bellezza
dell’architettura fascista a Benevento. Il fascismo, però, è stato innanzitutto
un’ideologia fondata sulla forza, sul militarismo, su un nazionalismo
aggressivo e imperialista, si è alleato con la feroce Germania nazista, ha
approvato le leggi razziali, ha eliminato o segregato i propri oppositori
politici, ha condotto l’Italia in una guerra rovinosa. La complessità va
rispettata ma il giudizio va dato. E le scelte vanno fatte. Con un comandante
della maquis francese, il cui volto campeggia sul mio profilo Facebook da
molti mesi, ripeto spesso che «la nostra eredità non è preceduta da alcun
testamento». Io sono erede - per scelta consapevole e non per "tradizione" - dell’antifascismo della Costituzione promulgata nel
1948, unico collante di ideologie diversissime (social-comunista, cattolica,
liberale, azionista per citare le maggiori).
Aggiungo una chiosa. Pur essendo un
“diversamente credente” seguo con trepidazione quanto Francesco sta facendo
nella Chiesa cattolica, dopo un papato regressivo come quello ratzingeriano. A
Benevento è arrivato da un paio d’anni un Vescovo che mi pare in linea con
questa volontà di purificazione che vedo nel mandato di Bergoglio. Mons. Felice
Accrocca è fine studioso del santo di Assisi ma sa parlare a tutti. Sta
trasformando un organismo sclerotizzato da vescovati sostanzialmente
conservatori. Interviene su grandi tematiche spronando la politica a fare il
suo dovere. Altrove ho scritto che Benevento rinascerà solo quando il suo cattolicesimo
diverrà pienamente “adulto” (perché le radici sono importanti ma vanno
curate...). Personalmente mi piacerebbe che quanto abbiamo fatto, attirando
offese di ogni tipo e attacchi scomposti (di cui io sono onoratissimo), sia un
contributo anche a questo doveroso processo di crescita spirituale.
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