giovedì 16 novembre 2017

La rivoluzione gentile 15 (Seminatori di vento...)


Immagino sia fisiologico, quando si fa politica e si utilizzano normalmente gli strumenti di rete, dover fronteggiare critici, incontentabili, hater... Non potevo sfuggire alla regola.
La maggior parte di loro finisco per ignorarli. Sono talmente insulse le cose che scrivono che non vale la pena ribattere.
Negli ultimi giorni due di essi, molto diversi tra loro, spesso in feroce lotta, hanno trovato una “convergenza parallela” nella critica al mio operato (e dell’altro portavoce del M5S in Consiglio). La vicenda potrebbe essere derubricata a piccole, insignificanti tempeste mediatiche per avere un po’ di visibilità se non lasciasse emergere tratti psicologici con riverberi politici che reputo degni di attenzione. 
Il primo si chiama Gabriele Corona
È un dipendente del Comune, spesso al centro di polemiche, essendo fondatore e animatore di un “sodalizio” (Altrabenevento) che si è occupato di varie scottanti questioni cittadine (a lui si deve, ad esempio, lo scoperchiamento del “verminaio” della mensa comunale che divenne caso nazionale). Conosco Corona dalla seconda metà degli anni Novanta. Ho avuto in passato parole importanti di apprezzamento per lui. Nell’ultimo anno ho capito quali siano i suoi limiti strutturali. Il suo problema è che ha sempre avuto ambizioni politiche ma mai la forza (autonoma) di diventare un punto di riferimento credibile per la città. La sua strategia è, dunque, sempre consistita nel cercare dei “front-man” che lui potesse etero-dirigere. Accadde nel 2001 con il sottoscritto, nell’esperienza di “Città Aperta”.

Accadde nel 2006, quando Corona contribuì a redigere il “Programma elettorale” di Fausto Pepe, salvo scoprire che, per l’uomo di Mastella, si trattava di carta straccia, è accaduto nel 2011 con Antonio Medici e l’esperienza di “Ora”, cui partecipai anch’io. Nel 2015 (era settembre), Corona mi disse che, secondo lui, io avrei dovuto essere il candidato Sindaco del M5S e che avrei avuto anche l’appoggio di una lista da lui promossa. Gli spiegai che nel Movimento le cose non funzionano così, che ci sarebbero state le Comunarie e che, in ogni caso, non erano previste liste “di appoggio” non certificate. Pochi mesi dopo, in piena campagna elettorale, iniziarono una serie di attacchi “a freddo” tesi a screditare il M5S, in città e in provincia. Che cosa era successo? Era fallita un’OPA ostile... Non potendo dettare l’agenda del Movimento Corona lo eleggeva a nemico da abbattere. Come? Con uno stile per lo più fatto di allusioni a presunte omissioni, a rapporti opachi con questo o quel potere... Fino ad arrivare alla penosissima nota di questi giorni in cui ci si accusa di aver promosso, con il Comune, .... la piantumazione di alberi (tutta gratuita: dalla manodopera alle piante). Una fine ingloriosa, insomma. La tecnica di Corona è sempre la stessa: scrive di qualcosa e poi chiede perché il M5S non se ne sia occupato. Ora se utilizzassimo lo stesso metro per “Altrabenevento” certo l’attività del sodalizio apparirebbe assai lacunosa, essendosi lasciata sfuggire nel corso degli anni svariate questioni scottanti (in particolare la dissipazione di denaro europeo per il cosiddetto Programma PIU Europa). Invece è doveroso riconoscerne i meriti. L’unico difetto: voler essere un soggetto politico senza mai passare dalla casella del gioco in cui si viene giudicati per il lavoro svolto dall’unico soggetto titolato a farlo. Cioè l’elettore. La sfida che pongo sempre, dunque, a questo ircocervo, che simula di essere società civile ed è invece soggetto politico, è quella di trovare finalmente il coraggio di candidarsi o di candidare una persona che lo esprima fino in fondo e misurare il consenso guadagnato in questi anni di battaglie civili. L’aspetto più imbarazzante, però, della vicenda è che, fallita l’OPA sul M5S, ha ripreso a twittare con Fausto Pepe, oggetto dei suoi strali negli ultimi anni, che, però, purtroppo, si è dimesso per incompatibilità... Chi sarà il prossimo “referente consiliare” di Corona? In realtà lo sappiamo già. Auguri (ad entrambi...).
Il secondo soggetto è profondamente diverso. Si chiama Felice Presta
Non si capisce bene se sia un giornalista (come lui sostiene) o un “blogger” come lo definiscono i giornali. Ha una variegata vicenda politica, per lo più in formazione di destra (estrema e non). 
Tra le più recenti: Azione Sociale e Mir.
Il suo tempo è dedicato a reportage fotografici (alcuni meritori: per esempio quello sui negozi chiusi della città), alla manutenzione di un sito archeologico da lui recuperato (i Santi Quaranta, indicato come modello virtuoso nel “Programma elettorale” del M5S), recentemente alla pulizia del Campanile di S. Sofia, acclarando che si tratta di proprietà comunale. Insomma, attività meritorie senza ombra di dubbio. Il problema è che il Presta ha svolto un ruolo ambiguo nel M5S, al quale si è avvicinato seriamente nel 2015 (anche se lui sostiene da molto prima). Divenuto attivista nei mesi della campagna elettorale, è uscito polemicamente dal “Meetup Grilli Sanniti” che, a suo dire, non ne raccoglieva le sollecitazioni. Ci troviamo di fronte ad una persona che non ha colto lo spirito del Movimento. Infatti, subito dopo la sua uscita polemica sostiene di aver fondato un nuovo Meetup (“Partecipazione a 5 Stelle”). Il Meetup è, per sua natura, uno strumento plurale, di gruppo. Ci troviamo, invece di fronte ad una (fantasmatica?) superfetazione di un ego smisurato. Fino ad oggi tale sedicente Meetup ha prodotto alcune note, in cui si passa dal noi all’io, senza poter capire chi stia parlando, e nemmeno un’azione riconducibile allo spirito del M5S. Negli ultimi giorni il Presta chiede insistentemente le dimissioni mie e di Marianna Farese per presunte omissioni su tre questioni che ci avrebbe sollecitato. E qui siamo davvero nel surreale... Sarebbe interessante sapere che cosa del M5S ci sia stato nel suo agire di questi mesi, quante istanze, gazebo, raccolte firme, petizioni, azioni ha messo in atto. L’impressione, come ho avuto modo di dire, è che si tratti di un Meetup “monopersonale”, totalmente alieno dallo spirito pentastellato... Perché lo fa? Potrei azzardare due risposte. La prima: pensa – essendo rimasto uomo di destra nel profondo – che la mia presenza nel Movimento lo sposti (per utilizzare vecchie categorie) “a sinistra”. Non ha capito che la mia scelta è stata definitiva e ponderata (a differenza della sua che, a mio avviso, è solo la ricerca dell’ennesimo treno su cui salire con la speranza di arrivare da qualche parte...). La seconda, umana troppo umana: la persuasione che io mi sia opposto ad una sua candidatura alle Comunali. In realtà quel che accadde è molto semplice: il Meetup a larghissima maggioranza deliberò che nessuno che si fosse candidato in precedenza contro il M5S potesse essere candidato. Di lì a poco questa regola, tuttora vigente, sarebbe diventata di tutto il Movimento. Una regola di buon senso. Poiché egli si era candidato con... Mir (!) era incandidabile.
Molti commentatori ci invitano a deporre l’inimicizia e lavorare tutti insieme. Chiudo rispondendo a loro: non è possibile, purtroppo. Le persone come Corona o Presta, oltre al risentimento personale, che è il vero motore del loro agire, non sono capaci di un lavoro comune. Io, in questi mesi e in questi anni, sono sempre stato parte di un organismo, mutante, cangiante, che si trasforma mese dopo mese, ma fatto di uomini e donne con cui condivido ideali e lavoro, con i quali spesso mi scontro ma per lo più lavoro gomito a gomito su tantissime questioni: la mensa, l’amianto all’Ospedale, l’azzardopatia, la trasparenza al Comune, la gestione dei rifiuti, la mobilità sostenibile e molte altre cose, coerenti con il nostro “Programma elettorale”. 
Corona, Presta e altri critici minori o minimi sono monadi illuse che da soli potranno cambiare questa città, senza un orizzonte ampio di trasformazione. In realtà, consapevolmente o inconsapevolmente, essi sono funzionali, totalmente funzionali al potere (di destra o sinistra) che dicono di voler combattere. In realtà, essi difendono una piccola riserva che si sono costruiti e chiedono, ossessivamente, nella ricerca di visibilità mediatica, una medaglia, come un simpatico personaggio dei cartoni della nostra infanzia... 
La nostra ambizione, invece, quella dei “Grilli Sanniti”, è, dopo alcuni anni di esperienza nella macchina amministrativa, di governare questa città con un progetto che sia realistico e utopistico nello stesso tempo, che sia consapevole di quanto sia difficile amministrare ma che abbia un respiro ampio ben incardinato nei valori fondanti del Movimento. 
Chiudo. Umanamente la maggior parte di queste persone suscita la mia compassione. E lo dico senza il sarcasmo che trasuda da alcune nugae talvolta dedicate ad alcuni soggetti “tra il ferio e il saceto”. Davvero vedo per lo più vite incompiute, vene gonfie nella smorfia protesa alloffesa, parole minacciose e vane che diventano flatus vocis. Auguro, dunque, a tutte queste persone alimentate dall’odio nei miei confronti e nei confronti del gruppo di cui sono orgogliosamente parte, di trovare nella loro vita un senso più alto, una pace più profonda. La stessa che, grazie a Dio, provo la sera quando mi corico, dopo aver combattuto la buona battaglia, guardando mia moglie e mia figlia che dormono, pensando alle lezioni che dovrò tenere e al volto curioso dei miei alunni, sentendo limpegno politico come un dovere civico che non deve deformare la mia vita nella sua essenza buona. Una cara amica, che mi fu accanto nella esperienza del 2001, Maria Domenica Savoia, mi disse che la politica rischiava di incattivirmi. La sfida è rimanere saldamente ancorato al nucleo di senso della mia esistenza: etico, spirituale, estetico. Confrontarmi con i meschini non mi deve rendere meschino.
La cifra della mia esistenza, quand’anche dovesse finire oggi, è il ringraziamento, la benedizione. E quindi ogni sera prego:

Benedetto il Signore, mia roccia,
che addestra le mie mani alla guerra,
le mie dita alla battaglia.

E poi:

Per tutto quel che è stato grazie,
per quel che sarà amen...

Staserà pregherò anche per altri.


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