The Portrait
My mother never forgave my father
for killing himself,
especially at such an awkward time
and in a public park,
that spring
when I was waiting to be born.
She locked his name
in her deepest cabinet
and would not let him out,
though I could hear him thumping.
When I came down from the attic
with the pastel portrait in my hand
of a long-lipped stranger
with a brave moustache
and deep brown level eyes,
she ripped it into shreds
without a single word
and slapped me hard.
In my sixty-fourth year
I can feel my cheek
still burning.
Stanley Kunitz
* * *
Il ritratto
Mia madre non perdonò mai mio padre
per essersi ucciso,
soprattutto in un momento così poco opportuno
e in un parco pubblico,
quella primavera
in cui stavo per nascere.
Chiuse a chiave il suo nome
nell’armadio più profondo
senza mai farlo uscire,
sebbene lo udissi dare dei colpi.
Quando scesi dalla soffitta
con in mano il ritratto a pastello
d’uno sconosciuto dalle labbra allungate,
con baffi audaci
e occhi castani dritti e profondi,
lei lo strappò in mille pezzi
senza dire una sola parola
e mi schiaffeggiò forte.
A sessantaquattro anni
sento ancora la guancia
che brucia.
(Traduzione di Anna Rita Margio e Nicola Sguera)
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