da Cento sonetti d’amore
XCIV
Se muoio sopravvivimi con tanta forza pura
da svegliare la furia del pallido e del freddo,
da sud a sud solleva i tuoi occhi indelebili,
da sole a sole suoni la tua bocca di chitarra.
Non voglio che vacillino il tuo riso o i tuoi passi,
non voglio che muoia la mia eredità di gioia,
non chiamare il mio petto, sono assente.
Vivi nella mia assenza come in una casa.
È una casa tanto grande l’assenza
che c’entrerai attraverso le pareti
e appenderai i quadri là nell’aria.
È una casa tanto trasparente l’assenza
che senza vita io ti vedrò vivere
e se tu soffri, amore, morirò anch’io.
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