lunedì 29 marzo 2010

rapide della tristezza (Celan)

Attraverso le rapide della tristezza,
sfiorando
il nudo specchio delle piaghe inferte:
lì si fanno fluitare i quaranta
tronchi di vita
scorticati.
Unica tu, nuoti
controcorrente, tu
li conti, li tocchi
tutti.

La tristezza è come un fiume che va verso le sue rapide e le sue cascate. Acqua. Noi siamo in queste rapide o le guardiamo dall’alto? E chi sfiora lo specchio delle piaghe? Le piaghe non possiamo vederle direttamente ma solo in uno specchio. È il fiume stesso questo specchio che permette di vedere le piaghe inferte? E sul corpo di chi? Ci sono quaranta “tronchi”, quaranta corpi scorticati nel “fiume” della mia tristezza. Io penso a quaranta corpi di uomini scorticati. E questo pensiero mi intristisce al punto che debbo contemplare le loro ferite nello specchio d’acqua e non direttamente. Ma tu, amica, anima mia, mistagoga, guida, tu, che non ti lasci trascinare dalla corrente della disperazione e della tristezza li conti e li tocchi, eserciti pietosamente la misericordia che si deve ai defunti. Non solo non distogli lo sguardo ma addirittura, oltre a guardarli nelle loro ferite, li carezzi, te ne prendi cura anche se essi sono oramai tronchi privi di vita, scorticati.

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