giovedì 1 maggio 2008

festa del lavoro?


Il Moloch contro cui dovremo combattere nei prossimi decenni, nella teoria e nella pratica, è il Lavoro, con le altre due divinità ad essa correlate, il Progresso e il Consumo. Già Jünger ne L'Operaio dava le coordinate per comprendere la radicale mutazione introdotta dalla tecnica nel lavoro e nella società del lavoro. Oggi giustamente si celebra il lavoratore. Questa festa ha senso solo se diventa la rivendicazione di un altro lavoro, integralmente umano, quello che ha a che fare con la nostra creaturalità, non con ambizioni prometeiche, quello che ci ricorda che siamo custodi e non padroni del mondo, con esso interagiamo e da esso continuamo a dipendere. Non il lavoro distruttore, non il lavoro che diventa un feticcio capace di reclamare continuamente sacrifici umani. Bisogna "lavorare" molto sulle nostre teste, dove una controfigurazione diabolica del lavoro è entrata in profondità, ha contagiato ogni ambito della vita, che deve diventare produttivo, finanche il "tempo libero".
Riprendere in mano L'uomo è antiquato di Anders, punto di partenza di ogni diagnosi del presente e progetto per il futuro.

Nessun commento: