lunedì 8 febbraio 2010

l'uomo folle

L’uomo folle, reso celebre da un tale che, invero, folle lo divenne davvero, ritiratosi nel suo eremo a meditare sulle cose del mondo, vergò alcune carte, negli intervalli della sua pazzia, in cui, lui che aveva proclamato la morte di Dio, provò, per assurdo, a dimostrarne l’esistenza.
«Dove vanno i nostri sogni? Dove va tutto quello che abbiamo vissuto? Qualcuno ci deve essere che li ricorda, ogni sogno, ogni attimo… E non solo quel che è stato, nella nostra mente notturna o nella vita diurna, ma anche ciò che avremmo voluto fare o essere, ogni vita possibile. È inconcepibile che tutto vada perduto. Dio, dunque, esiste… Chiamerò questa prova dell’esistenza di Dio: “ex coacta memoria omnium”. Ne moriar,
memoria…
 
Preghiera
Sublime archivista del passato, dell’attuale, di ogni possibile,
io ti prego di custodire gelosamente
ogni minimo moto dell’animo d’ogni piccolo atomo:
la passione che ci fu tra gli amanti,
poi distrutta da una vita troppo prosaica,
lo sguardo di compassione di chi poi uccise con ferocia,
i poemi mai scritti
di cui a stento sopravvive un verso in pagine abbandonate,
l’ultimo respiro di chi muore in solitudine,
queste parole che probabilmente nessuno potrà leggere...
[ad libitum]».

1 commento:

kai mimiki ha detto...

Buongiorno, ho letto alcuni dei suoi post su questo blog.
Non ho - ancora - l'ardire di leggere i suoi saggi.
Ammiro profondamente la sua cultura per me irraggiungibile, al momento (chi può dirlo poi? Credo di avere ancora sufficienti anni di vita per recuperare!).
I suoi interrogativi mi hanno riportato alla mente un libro più volte letto che a me ha fornito spunti di riflessione e spesso risposte e spiegazioni plausibili.
E' "La vita mistero prezioso" di D. Ikeda ed. Sonzogno.
Se non lo conosce già - dubito - e le va di leggerlo...

La saluto cordialmente
d.