mercoledì 24 settembre 2025

Responsabilità, adultità

 

Leo Longanesi, autore che certamente il Nostro conosce, scrisse una volta: «La nostra bandiera nazionale dovrebbe recare una grande scritta: Ho famiglia».

Ciò nondimeno, chi assume la responsabilità — che, secondo Hans Jonas, costituisce la cifra autentica del vero politico — di guidare una comunità, ha il dovere di trascendere questo sventurato carattere nazionale. Dovrebbe cioè pesare le proprie parole pubbliche, anche quando ormai si trova ai margini della grande storia; se non altro, per non ridursi a caricatura di sé stesso, a comico da barzelletta.

Quello che imputo al Nostro — cui scrissi, in altri tempi e con altro stile, osando un “tu” che fu bellamente ignorato (e poco importa poter dire oggi che avevo ragione) — è soprattutto la sua totale cecità di fronte alla catastrofe pedagogica. “Usare” persone per il proprio piacere, sapendo che non dispongono di una piena facoltà di intendere e, dunque, di assentire, è già di per sé osceno. Ma ciò che più pesa è lo stile di vita che conduce fino a quel punto: lo stile che segna lo sbrago, la frattura, il cedimento morale. Un cedimento che stride con il francescanesimo ormai, mi permetto di dire, millantato dal Nostro.

Suggerisco, pur sapendo che ancora una volta resterò inascoltato, un po’ di silenzio. Nulla è mai definitivamente perduto: ogni errore può conoscere la propria espiazione, purché si abbia il coraggio di mettere seriamente in discussione le proprie scelte — di padre, di educatore. Se tutto diventa lecito in nome del divertissement, allora l’umano svanisce.






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