A Maria
Croste da mano aliena. Assorto,
le staccavo, bambino. La stessa,
levigata dagli anni, che ho stretto
quando nel respiro affannoso
requie chiedeva colei che ci aveva nutrito
e amato senza riserve e mai un dubbio.
Come chiamarla? Ora pro nobis...
Ora e sempre: nel tempo sospeso della morte
e nei nuovi inizi. Veglia, benevolo lemure,
sui nostri erramenti, ancora donando.
25.12.2018
* * *
Il debito nei confronti della dedicataria di questi versi è inestinguibile. Sono felice che essi siano sgorgati in un giorno in cui si celebrano la nascita e la luce.
Una delle foto "felici" degli ultimi anni (2017) con persone a cui voleva visceralmente bene: oltre me, le mie due sorelle, Rosa e Anna, e Caterina, mia figlia. |
Nessun commento:
Posta un commento