Anche Extravagantes, uscito lo scorso anno, viene riletto e messo in musica con l'A.I.
Anche Nel chiaro mondo è stata riletta dall'A.I.
Per me è prezioso potermi riascoltare con voce (?) d'altri. In futuro, vorrei sperimentare l'interazione tra la mia voce "dal vivo" e queste "registrazioni".
Officium tenebrarum e Filiae matrique
Galeotto fu un corso che mi ha costretto ad interessarmi seriamente di Intelligenza Artificiale (era ora!). Oltre a cose seriose, come i risvolti filosofici ed etici della A.I., mi sono divertito con qualche programma (in particolare Suno e Udio).
Dalla sperimentazione è nata la messa in musica delle mie quattro raccolte di versi.
Per aspera ora è integralmente ascoltabile in questa modalità.
Continuo a sperimentare.
Caro Nicola,
sono felice di poterti scrivere per condividere alcuni pensieri occasionati dal tuo Spes contra Spem. Immergermi nei tuoi versi, ha significato imbarcarsi in un viaggio poetico che si snoda attraverso le stazioni più significative e fondamentali dell'esistenza umana.
Ciò che mi ha colpito di più è
stata la tua capacità di delineare il percorso poetico con una sintesi e una
profondità che mi riportano l'immagine di un vino pregiato, distillato con cura
e lungamente stagionato prima di essere gustato sulla "tavola del
canto". Ogni tema - amore, morte, cura, speranza, Dio - risuona nei tuoi
versi con una sincerità e una bellezza profondamente umana, come se ogni parola
fosse stata scelta con attenzione per trasmettere un significato profondo e
universale.
Inoltre, ho molto apprezzato la
tua abilità nel mescolare prosa narrativa e poesia, creando una commistione che
avvolge il lettore, conducendolo attraverso le varie stazioni della vita. È
come se fossimo presi per mano e guidati, con la pazienza da un Virgilio
eterno, attraverso i corridoi labirintici dell'esistenza, pronti ad affrontare
ciò che la vita ci riserva con coraggio e consapevolezza - spes contra spem,
appunto. Grazie!
* * *
Antonio Martone insegna Filosofia politica presso l’Università di Salerno, ma è anche pittore, poeta e narratore.
«Le vane
lusinghe trapassano, gli applausi
svaniscono in luoghi deserti.
Resta l’opera costruita nel tempo:
un uomo, una vita».
Recitano così alcuni dei versi di questo nuovo lavoro di Nicola Sguera che traccia il percorso esistenziale di un io che “spera contro ogni speranza”, nonostante tutto. I versi, introdotti nelle varie sezioni da uno scritto in prosa che guida la lettura, attraversano il vivere tenebroso, alienato, solitario, in fiamme, segnato dalla morte, per aprirsi alla speranza, una speranza che non è illusione ma sprone all’agire, fatta di persone vere, di corpi da amare e da curare (la moglie, la figlia, gli amici, gli allievi, le sorelle, Maria…). E in questo percorso, che è da dentro a fuori, da sé verso l’esterno e ritorno, al centro c’è il Deus che segna l’incontro, la comunione tra morte e amore, tra contra spem e spem, tra sofferenza e cura. Giunto a metà del cammino esistenziale, con questo nuovo libro di poesie Sguera continua il suo percorso di chiarificazione, anche attraverso la semplificazione del verso, la brevità dei testi, per cogliere attraverso di loro una luce nuova, per arrivare ad accettarsi «creatura imperfetta».