mercoledì 4 novembre 2015

Thomas [La forza che attraverso...]



THE FORCE THAT THROUGH THE GREEN FUSE DRIVES THE FLOWER

The force that through the green fuse drives the flower 
Drives my green age; that blasts the roots of trees 
Is my destroyer. 
And I am dumb to tell the crooked rose 
My youth is bent by the same wintry fever. 

The force that drives the water through the rocks 
Drives my red blood; that dries the mouthing streams 
Turns mine to wax. 
And I am dumb to mouth unto my veins 
How at the mountain spring the same mouth sucks. 

The hand that whirls the water in the pool 
Stirs the quicksand; that ropes the blowing wind 
Hauls my shroud sail. 
And I am dumb to tell the hanging man 
How of my clay is made the hangman's lime. 

The lips of time leech to the fountain head; 
Love drips and gathers, but the fallen blood 
Shall calm her sores. 
And I am dumb to tell a weather's wind 
How time has ticked a heaven round the stars. 

And I am dumb to tell the lover's tomb 
How at my sheet goes the same crooked worm. 

Dylan Thomas

LA FORZA CHE ATTRAVERSO LA MICCIA VERDE MUOVE IL FIORE
 
La forza che attraverso la miccia verde muove il fiore
muove la mia verde età; che secca
le radici degli alberi.
È quella che distrugge anche me.
Ed io non ho lingua per dire alla rosa ricurva
che la mia giovinezza è piegata dalla stessa febbre invernale.

La forza che attraverso le rocce muove l’acqua
muove il mio sangue rosso; che prosciuga i rivi che corrono alla foce
muta in cera i miei.
Ed io non ho lingua per sussurrare alle vene
che la stessa bocca si abbevera sui monti alla sorgente.

La mano che fa girare l’acqua nella pozza
muove le sabbie mobili; che imbriglia la furia del vento,
tira la sartia della mia vela.
Ed io non ho lingua per dire all’impiccato
come della mia argilla è fatta la creta del boia.

Le labbra del tempo come sanguisughe succhiano alla fonte;
l’amore stilla e si deposita, ma il sangue versato
lenirà le sue piaghe.
Ed io non ho lingua per dire alle intemperie
come il tempo, ticchettando, ha fatto delle stelle un paradiso.

Ed io non ho lingua per dire alla tomba dell’amante

come muova verso il mio lenzuolo lo stesso verme ricurvo.

(Traduzione di Anna Rita Margio e Nicola Sguera)