La “crisi carnascialesca”, un unicum nella storia
probabilmente non solo cittadina, si è chiusa con il ritiro delle dimissioni
(che si erano dette “irrevocabili”) del Sindaco, Clemente Mastella, il quale,
in maniera irrituale ma in linea con il suo personaggio, ha spiegato alla città
in televisione il senso del suo gesto, spiegando in realtà ben poco.
Ma,
appunto, siamo a Carnevale, tempo di maschere, di finzioni. Il discorso di
Mastella (in sintesi: inaffidabilità di una parte della vecchia maggioranza, sintonia
con De Luca sulle grandi opere, bontà dell’operato fino ad oggi) cela l’indicibile:
un probabile accordo non solo con il Governatore campano ma anche ai massimi
livelli con Conte o suoi portavoce per l’ingresso di Sandra Lonardo nella
maggioranza parlamentare (senza escludere un suo ruolo nel Governo).
Noi che cerchiamo di capire razionalmente quanto accade
dimentichiamo spesso che Mastella gioca un’altra partita o più partite insieme.
Io personalmente ero convinto che volesse andare a votare e risalire in sella
con una maggioranza politica. E sicuramente questa è una partita che ha
giocato. Il niet leghista gli ha consentito di giocarne altre, a cui già si era
preparato. Questo spiega gli incontri con De Luca e i viaggi a Roma in un
momento di svolta del governo Conte, in cui ci si prepara a sostituire il “Joker”
Renzi, inaffidabile ed egolatra, con una pattuglia di “responsabili”.
La
resistenza, sicuramente apprezzabile, di un pezzo del PD locale (Segreteria cittadina e provinciale) e la presa di posizione di Italo Di Dio hanno
costituito un inciampo sulla via di un accordo che, in caso contrario, si
sarebbe potuto celebrare alla luce del sole, sancendo la nascita di una nuova
maggioranza consiliare, con un ritorno al passato, agli anni in cui Carmine Nardone
reggeva la Rocca dei Rettori e Fausto Pepe, mastelliano, veniva eletto
trionfalmente nel 2006.
È realistico che Mastella decida di continuare l’esperienza
di governo della città senza avere avuto garanzie da qualcuno? Potremmo
ipotizzare che saranno i tre esponenti legatisi a Claudio Mosè Principe
(Feleppa, Reale, Annarita Russo) a fare da stampella. Le dichiarazioni da
entrambe le parti e le rinnovate accuse del Sindaco (una suggestiva: «succhiaruote») inducono a crederlo poco probabile. Allora potrebbe essere
il gruppo “Patto Civico” (Sguera, Scarinzi, Paglia, Aversano) questo sostegno,
alcuni esponenti dei quali già sono stati “tentati” dal Sindaco con offerta di
assessorati (due o addirittura tre quelli da occupare). Ipotesi realistica? L’intervista recente di Scarinzi pare interlocutoria. Non credo che Mastella possa dare garanzie che rimanga nell'alveo del centro-destra. Infine, potrebbero essere i quattro esponenti del PD (Del Vecchio, De Pierro,
Fioretti, Varricchio a cui potrebbe aggiungersi Lepore) ad essere, in maniera
discreta, e in nome, appunto di indicibili accordi avvenuti a livello più alto,
questa ruota di scorta della consiliatura. Se Mastella nelle prossime settimane
diventasse un pezzo importante del governo e un elemento imprescindibile nel
Sannio per vincere alla Regione, potrebbero porsi come oppositori duri (per
altro – qui mi limito a trascrivere quanto letto un po’ ovunque – avendo fatto
fino ad oggi una blanda opposizione)? Certo, sarebbe davvero imbarazzante
questo “connubio”, considerando che il mantra dei tre anni alle spalle è stato:
«Stiamo rimediando agli errori delle giunte Pepe» (di cui erano parte Del
Vecchio e Lepore). Dovremo aspettare l’approvazione del bilancio per capirlo.
Considerazioni.
1)
Mastella potrebbe essere fatto cadere subito (o essere messo in condizione di non governare) se
ci fosse volontà politica. I numeri sono impietosi. Ma c’è la volontà politica?
2)
Mastella ha vinto o ha perso? Dipende da quale
partita stesse giocando. Ha perso se voleva andare al voto con una maggioranza
di centro-destra (FI+FdI+Lega). Ha vinto se nelle prossime settimane
traghetterà la sua maggioranza (allargatasi intanto) in un’area di
centro-sinistra, facendo un’operazione già fatta in passato e che è nella
logica del “centrismo” come l’ha sempre interpretato. Obiezione: ma ha giocato
contemporaneamente le due partite? Certo! E probabilmente qualche altra a noi
invisibile.
E gli altri? Il Movimento 5
Stelle certifica con i pochissimi candidati alla selezione per le Regionali e il pasticcio sul nome di Marianna
Farese una condizione di smarrimento (eufemismo!). Per altro, se l’accordo
innominabile davvero fosse stato chiuso, sarebbe imbarazzante fare opposizione
in loco ad un prezioso alleato del governo Conte. Insomma, ancora una volta Mastella
combatte utilizzando la sua natura “ibrida” (per sposare l’immagine finale del
comizio televisivo, quella dell’«animale politico», sicuramente molto più
«golpe» che «lione», ma soprattutto “gigante” perché capace di interloquire
direttamente con i livelli superiori della politica, lasciando ai “lillipuziani”
il livello locale).
“Civico 22” avrebbe potuto essere
un’esperienza nuova per come si era presentata. Errori e ambizioni personali l’hanno
azzoppata. Soprattutto, lo ripeto, la presenza assai ingombrante di un “boiardo
di Stato” come Costantino Boffa, e quella di Fausto Pepe, la rendono poco
credibile come cambiamento sostanziale. Mi auguro che Angelo Moretti e Pasquale
Basile possano riprendere un cammino più organico anche imparando a dire dei
no. Non ci sono uomini e donne per tutte le stagioni.
Ancora una volta, poi, con un’ostinazione
immemore dei propri smacchi, “Altrabenevento” si auto-legittima come soggetto
politico senza mai avere il coraggio (o l’onestà) di cimentarsi con la sfida
del consenso. La pretesa di fare di meritorie battaglie per la legalità un
progetto politico (a cui però altri dovrebbero garantire voti e truppe…) ancora
una volta porterà ad esiti fallimentari.
Purtroppo la crisi fulminea del
Movimento 5 Stelle a livello nazionale, riverberatasi anche qui, ha tolto la
speranza di cambiamento radicale della politica cittadina.
Lo scenario che abbiamo di fronte
è ben triste: un PD, ancora egemonizzato da Del Basso De Caro che, malgrado il
tentativo onesto portato avanti dalla Segreteria cittadina, non pare dissimile,
ove abbia amministrato o amministri, nei metodi dal vituperato (fino ad ora!)
Mastella; un movimento civico che, nato con grandi aspettative, ha compiuto
errori (anche grossolani) che ne hanno minato la credibilità; un M5S afono e
probabilmente ininfluente oramai anche dal punto di vista numerico.
Che cosa possiamo sperare? Prima
di tutto che finisca questa stagione “democristiana” nell’accezione peggiore
del termine. Questo tempo di compromessi al ribasso contro la minaccia leghista
che ha messo tra parentesi la democrazia, ancora una volta probabilmente in
virtù di quel “pilota automatico” evocato illo tempore da Draghi. E che nasca,
dalle viscere popolari del Paese, un bisogno di politica non mediatica, non
sardinizzata e inscatolata sin dall’inizio. E che Benevento possa essere dentro
questo rinnovamento. In ogni caso, il nostro dovere è non disperare. Se
ripercorriamo la storia beneventana dal 1993 ci renderemo conto che l’unica
vera, grande novità fu la prima elezione di Pasquale Viespoli. Il resto è stata
restaurazione e gestione “democristiana” con volti diversi. Ci può deprimere, non
angosciare.
Post scriptum
Come faranno persone con una storia importante alle spalle e sempre coerenti (penso in particolare al mio amico Mario Pasquariello) ad accettare il transito verso altri lidi?
Post scriptum
Come faranno persone con una storia importante alle spalle e sempre coerenti (penso in particolare al mio amico Mario Pasquariello) ad accettare il transito verso altri lidi?
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