martedì 10 gennaio 2017

La rivoluzione gentile 8 (Risposta a Zarro)


L’onorevole Zarro che, pur estromesso dal Consiglio comunale dal voto di giugno, continua (giustamente e in maniera competente) ad intervenire sulle vicende cittadine e sannite, dedica una lunga riflessione al Movimento 5 Stelle partendo dal voto odierno sulle Province.


Scrive:

«Nel pensiero spot dei consiglieri del M5S non c'è richiamo, ad una riflessione sulla Provincia, sulla sua natura, sulle sue funzioni, sul suo perché! E neanche sulla legge che disciplina il passaggio di martedì. Né alle conseguenze del Referendum del 4 dicembre scorso. Questi elementi, fondativi, della politica non interessano al M5S! Agli esponenti di quel movimento è sufficiente intercettare gli "umori populistici" del nostro popolo e battere la "gran cassa" su quelli. Il M5S, invero, si pone sullo scacchiere politico italiano, in conseguenza sannita, come un partito senza radici e senza riferimenti politici culturali forti. In linea con i fondamentali della nostra Repubblica».

1.    Il M5S chiede abolizione delle Province dalla sua nascita e ha presentato disegno di legge in tal senso nel 2013. La sciagurata scelta di inserire la questione nella riforma Boschi-Renzi ha vanificato, per ora, il tentativo.
2.    Sicuramente il M5S non ha “radici” nel senso tradizionale, cioè non è filiazione di alcun soggetto politico presente in Italia. Per citare Char: la nostra eredità non è preceduta da alcun testamento. Il che non vuol dire che non siamo “eredi”: lo siamo, ad esempio, proprio di quella Costituzione che l’onorevole si è speso tanto per stravolgere nei mesi scorsi e che, invece, ha visto il M5S in campo proprio come partito “della Costituzione”.
3.    Ci riempie la bocca di nobili parole. Per chi, come noi, ha la ventura di guardare finalmente dall’interno le dinamiche della politica, invece, è davvero un triste spettacolo. Come ha scritto Grillo qualche giorno fa: «[Le Province] rappresentano un “poltronificio” utile a piazzare politici, parenti e amici ammanicati, nonché a provvedere alle loro nomine in aziende partecipate ed altre controllate». Questa è la triste verità. Aggravata, per di più, dal furto di democrazia dovuto alla “Del Rio” che impedisce addirittura la possibilità di scegliere i propri consiglieri provinciali. Scriveva Danilo Toninelli nel presentare il suo Disegno di legge (Modifiche agli articoli 114, 117, 118,119, 120, 132 e 133 della Costituzione, in materia di abolizione delle province):

«L’abolizione delle province fu decisa dalla Commissione dei 75, ma respinta dall’Assemblea costituente. Non sono state abolite e il loro numero è cresciuto a un ritmo vertiginoso: erano 92 nel 1960 e sono passate a 110 nel 2005, con un grandissimo incremento di nuovi enti nel 1992 e uno più ridotto nel 2003-2005. Nessuno dei Paesi simili al nostro è articolato per province: in Francia, i dipartimenti hanno una dimensione analoga alle province ma si collocano fra i comuni e lo Stato; in Germania, le uniche realtà sotto lo Stato federale sono i Landër e i comuni; in Gran Bretagna, le contee hanno carattere tecnico-amministrativo e non politico. Analogamente negli Stati Uniti d’America, dove le stesse hanno competenze giudiziarie o di polizia».
4.    Zarro ci accusa di «viltà istituzionale»! Ci si consenta una tantum anche a noi uno dei punti esclamativi di cui abbondano le note dell’onorevole. Ci pare davvero grossa. Ci si può definire in molti modi, ma vili, onorevole, suvvia... Non ci siamo mai sottratti a nessuno scontro. Le diamo e le prendiamo consapevoli che la politica è retta da Πόλεμος. Restiamo fuori dalla indecorosa (sì, lo ripetiamo: indecorosa) spartizione di poltrone. Controllare la Provincia significa poter piazzare propri uomini e donne in posti strategici. La vicenda di Alfredo Cataudo e in genere del’ASEA (per citare il caso più clamoroso) è illuminante (come quelle di Arcos). La conosce Zarro? Altro che “nepotismo”... Purtroppo l’onorevole Zarro cerca di ammantare di nobili idealità (in cui sicuramente crede) bieche lotte per un potere che si esercita su vite umane e risorse economiche. E d’altronde i giochetti sul voto che hanno movimentato le segreterie di partito nell’ultimo mese stanno lì a dimostrarlo. Il nostro è sano populismo che nasce dalla nausea per queste pratiche. In fondo rimaniamo dei moralisti.

5.    Ci pare che quando Zarro afferma temerariamente che non abbiamo fatto i conti con la Costituzione parli in lui il trauma e lo stupore del 4 dicembre. Lui, che ha “tradito” la “più bella del mondo” per quella damina imbellettata messa in piedi da riformatori d’accatto, ha dovuto subire, dopo essersi speso tutto, anche l’onta di una catastrofica sconfitta. È il rimosso, dunque, che torna, spostando su altri il proprio problema. Dico all’onorevole Zarro che il M5S è l’unico soggetto politico che prende sul serio le parole chiave della Costituzione italiana, pur senza sacralizzarla. Ne difenderemo sempre l’essenza (che non sono le Province...).
6.    Il peggio, però, viene alla fine della nota, quando Zarro con incomprensibile volo pindarico (se non cavalcare l’onda mediatica, la canea messa in piedi da interessati manipolatori) parla dell’accordo poi saltato tra M5S e ALDE. Chiunque abbia approfondito la cosa, anche nel 2014, quando analogo schiamazzo nacque dall’accordo con l’UKIP, sa che è una scelta pressoché obbligata dal funzionamento del Parlamento europeo, non una scelta politica. Tant’è che si è tentato un primo abboccamento con i Verdi. Quando, a breve, i tempi saranno maturi, sarà possibile avere un gruppo europeo omogeneo sui punti chiave ne riparleremo. Non ci vorrà molto.
7.    Zarro, come tanti altri in queste settimane, cerca di autopersuadersi che «il M5S, mutato il vento di "questo populismo", si avvia ad imboccare, mestamente, la strada che fu dell’Uomo qualunque». Che è polemica stantia. Il M5S sta (ma credo che Zarro non lo sappia) redigendo con voto partecipato le linee-guida del Programma che tutto mi sembra fuorché qualunquista: per governare il paese. . D'altronde se ne parlava ai primordi del M5S nel 2007.


Chiudo. Sono orgoglioso di essere parte del Movimento. Malgrado i suoi errori che sono inevitabili quando si battono strade nuove, luoghi inesplorati della politica. Mi aspetto grandi cose da quest'anno. E, per chiudere con una dotta citazione, come fa l'onorevole, citando un mio antico maestro che modifica l'originale: composita solvantur.

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